Salute mentale, vi raccontiamo una storia: la paura di perdere chi amo mi ha stravolto, la terapia mi ha salvato

27 novembre 2024 | 07:32
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Salute mentale, vi raccontiamo una storia: la paura di perdere chi amo mi ha stravolto, la terapia mi ha salvato

Parliamo di salute mentale, vi raccontiamo una storia: “I problemi di salute di mia madre mi hanno stravolto la vita. La terapia mi ha insegnato ad affrontare i disagi con meno ansia”.

Oggi parliamo di salute mentale. Vi raccontiamo una storia: quella di chi ha scelto di stare bene, affrontando il suo disagio con l’aiuto di un terapeuta. “I problemi di salute di mia madre mi hanno stravolto la vita. La terapia mi ha insegnato ad affrontare disagi e problemi con meno ansia”.

SALUTE MENTALE – Studio, lavoro ed impegni ci rendono spesso distratti, poco attenti ad accorgerci che qualcosa non va.
Capita sempre più spesso, allora, che il disagio resti nascosto e faccia fatica ad emergere, lasciando vincere l’apparenza, quella in cui tutto, o quasi, ci preoccupiamo a far finta di star bene. La paura e i pregiudizi, poi, fanno il resto.
In primis, quindi, il timore di affidarsi a un professionista, riconoscendo in questo modo di avere un problema e, dall’altro lato, i pregiudizi comuni nel ritenere la terapia psicologica la cura per una presunta “pazzia”. Uno stigma ancora oggi, purtroppo, duro da abbattere.

Così la psicologa e psicoterapeuta Chiara Gioia, “La parola greca ‘therapeia’ rimanda all’idea dell’accudire. Il terapeuta è infatti colui che accudisce. È colui al quale appoggiarsi, chiedere sostegno, in quanto ‘dher’ è anche la radice di ‘thronos’, che indica trono e sedia. È proprio in questo significato etimologico che è possibile cogliere una delle radici della relazione analitica. La Psicoterapia è il lavoro del ‘fare anima’. È la comprensione, la narrazione dell’anima. Una psicoterapia riuscita e comunque funzionale è la narrazione e re-visione della storia dell’individuo in una trama comprensibile e dinamica. La psicoterpia è il modo più aulico per prendersi ‘cura’ di sé”.

Vi raccontiamo una storia

Quando hai capito di avere bisogno di aiuto e perché?
“Ho capito di aver bisogno di aiuto quando mia madre ha avuto grossi problemi di salute che hanno stravolto la mia routine”.

Com’è stato l’approccio alla terapia?
“L’approccio alla terapia è stato positivo, di apertura verso la psicologa.Ho capito che le cause dei problemi vanno individuate e rimosse.
È un processo lento che richiede impegno e applicazione.
Ricorrere ai farmaci antidepressivi è una soluzione palliativa che, da un lato, illude di raggiungere un certo equilibrio e, dall’altro, comporta dipendenza”. 

Hai condiviso la scelta di seguire un percorso psicologico con le persone a te care?
Ho condiviso con mio marito la scelta di seguire un percorso psicologico: talvolta partecipa ai colloqui anche lui per precisare meglio determinate situazioni”.

Quanto ti ha aiutato essere seguita da un professionista nell’affrontare quotidianamente il tuo disagio?
“Mi ha aiutata molto grazie alla sua professionalità, disponibilità e sensibilità. Quando necessario, è stata fondamentale anche la sua determinazione: mi ha spinto a reagire, a centrarmi per non essere sopraffatta dal disagio che stavo vivendo“.

Come ti sentivi prima e come ti senti dopo aver intrapreso questo percorso?
“Prima ero molto vulnerabile e subivo senza reagire. Ora, a distanza di tempo, riesco ad affrontare il disagio con meno ansia anche se ci sono ancora momenti di sconforto“.

Cosa consiglieresti a chi sente di avere bisogno dell’aiuto di uno psicologo, ma viene frenato dai pregiudizi?
Consiglierei di liberarsi dai pregiudizi e di lasciarsi guidare/aiutare dalla psicologa. Per me, lei è diventata il punto di riferimento a cui confidare i miei stati d’animo, la persona che mi aiuta ad alleggerirmi dal ‘piombo’ che spesso appesantisce le mie giornate”.