Rigopiano, la sentenza rinviata al 3 dicembre

Rinviata a dicembre la sentenza attesa nell’ambito del procedimento in Cassazione per il disastro di Rigopiano: gli aggiornamenti.
Rinviata a dicembre la sentenza attesa nell’ambito del procedimento in Cassazione per il disastro di Rigopiano: gli aggiornamenti.
Slitta al 3 dicembre la sentenza della Cassazione nel procedimento per la strage dell’Hotel Rigopiano, dove il 18 gennaio del 2017 morirono 29 persone a causa di una valanga che travolse la struttura.
“Il Prefetto Provolo – ha detto oggi, in udienza, Gianluca Tanda, presidente del Comitato vittime di Rigopiano –era la massima autorità sul territorio, poteva fare qualcosa e non l’hafatto. Ha fatto un danno non solo al ministero, ma a tutti gliitaliani. Siamo stati sempre convinti delle sue responsabilità. La requisitoria del procuratore generale in Cassazione non fache confermare le nostre convinzioni. Ora, però, c’è la scuredella prescrizione. Cerchiamo di salvare il salvabile”. Parole che hanno fatto seguito alla richiesta del sostituto procuratore generale in Cassazione di un appello bis per l’ex prefetto di Pescara nell’ambito del processo per la strage dell’hotel Rigopiano di Farindola.
Il sostituto procuratore generale in Cassazione Giuseppe Riccardi, ieri, nell’udienza davanti ai giudici della Sesta sezione presieduta da Giorgio Fidelbo, ha chiesto un nuovo processo per l’allora prefetto Francesco Provolo – condannato a un anno e 8 mesi per rifiuto di atti d’ufficio e falso – per valutare anche le accuse di concorso in omicidio colposo, in lesioni colpose e in depistaggio, per le quali è stato assolto in Appello. Il procuratore generale ha chiesto anche l’annullamento dell’assoluzione dei sei dirigenti regionali.
Questa invece la posizione espressa dalla difesa dell’ex Prefetto. “A proposito del nesso causale tra la convocazione, diamolo per scontato, non corretta dell’Organismo (il Centro di coordinamento soccorsi ndr) e l’evento tragico, non c’è nessun elemento che faccia propendere per questa ipotesi, perché l’indisponibilità della turbina non è stata mai comunicata dalla Provincia alla Prefettura di Pescara“, ha dichiarato, al termine del suo intervento nell’aula magna della Corte di Cassazione a Roma, Giandomenico Caiazza, avvocato dell’ex prefetto Francesco Provolo.