Controllo di vicinato all’Aquila, scatta il protocollo sulla sicurezza partecipata

5 dicembre 2024 | 13:23
Share0
Controllo di vicinato all’Aquila, scatta il protocollo sulla sicurezza partecipata

Prefettura e Comune firmano il protocollo sul controllo di vicinato: “L’Aquila non ha bisogno di ronde o milizie private, ma di una cittadinanza consapevole”.

Prefettura e Comune firmano il protocollo sul controllo di vicinato: “L’Aquila non ha bisogno di ronde o milizie private, ma di una cittadinanza consapevole”.

Firmato questa mattina il protocollo su controllo di vicinato tra la Prefettura e il Comune dell’Aquila, nelle presone del Prefetto, Giancarlo Di Vincenzo, e del sindaco Pierluigi Biondi, alla presenza dei vertici della Questura, con il Questore Enrico De Simone, dei Carabinieri, con il colonnello Salvatore Del Campo, comandante provinciale, e del tenente colonnello Raffaele Laureti, comandante del Gruppo Guardia di Finanza L’Aquila.
“Abbiamo recepito la disponibilità da parte della società civile – ha sottolineato al microfono del Capoluogo d’Abruzzo il prefetto Di Vincenzo – di essere coinvolta con un ruolo di osservazione, naturalmente nel rispetto dei diversi ruoli, per innalzare sempre di più i livelli di sicurezza della città. Insieme al Comune abbiamo quindi messo in campo questo protocollo che disciplina le modalità in cui organizzare questa collaborazione, nell’ottica di migliorare sempre di più la qualità della vita. I dati ci dicono che la Provincia dell’Aquila è la più sicura d’Italia, ciononostante dobbiamo migliorare sempre di più per migliorare anche la percezione della sicurezza “.
“Il fatto di essere una città sostanzialmente sicura – ha aggiunto il sindaco Biondi – non la mette al riparo da fenomeni che creano comunque allarme sociale. Con questo protocollo si creano le condizioni affinché tra forze dell’ordine, istituzioni pubbliche e cittadini si istituisca una sinergia che consenta – nei limiti delle rispettive competenze – di aiutarsi reciprocamente, con il cittadino che diventa di fatto sentinella del territorio e segnala eventuali circostanze che posso evolvere in reati, e le forze dell’ordine hanno poi il compito di verificare e, nel caso, di intervenire”.
Quindi niente ronde o gruppi di cittadini che giocano a fare gli “sceriffi”: “L’Aquila non ha bisogno di questo, ma di una cittadinanza consapevole che aiuti a vivere in maniera più civile e mi piace sottolineare che questa iniziativa nasce per volontà unanime del Consiglio comunale dell’Aquila”.

“Il controllo di vicinato – ha sottolineato il Questore Enrico De Simone – rientra in una concezione moderna del sistema sicurezza, sempre più proiettato verso l’applicazione della sussidiarietà verticale, partendo dai rappresentati provinciali dello stesso sistema, fino a livello locale, con la figura del sindaco, ma anche del cittadino, che non è più un semplice utente passivo del servizio sicurezza, ma ne diventa parte integrante. Questo è molto importante, perché senza l’appoggio dei cittadini, anche attraverso una semplice segnalazione, non possiamo intervenire con la tempestività adeguata”.
“Oggi è una giornata importante – ha quindi spiegato il comandante Del Campo – perché dà seguito a quell’attenzione che le autorità hanno nei confronti del territorio. Si tratta di un protocollo che coinvolge ancora di più la cittadinanza nella complessa materia della sicurezza urbana, divenendo parte attiva, ma nel rispetto dei ruoli, in quanto il cittadino diventa un osservatore attento, anche attraverso la figura di un referente che attraverso percorsi dedicati ha dei riferimenti nell’ambito delle forze di polizia, fermo restando che i cittadini non devono assolutamente intervenire direttamente“.
“Questo protocollo è importante – ha concluso il tenente colonnello Laureti – perché dà un occhio in più alle forze di polizia che anche con una piccola informazione in più – inserita in un contesto più ampio – potrebbero giungere a una conclusione investigativa più rapida. Sicuramente sarà uno strumento utile, così come lo è stato in altre realtà”.

controllo di vicinato protocollo

Il documento si pone in linea con quanto previsto dalle “Linee Guida per l’attuazione della sicurezza urbana” approvate su proposta del Ministro dell’Interno il 26 luglio 2018 in sede di Conferenza Stato città ed autonomie locali, che prevedono il coinvolgimento della società civile nei progetti territoriali finalizzati al miglioramento della sicurezza urbana, mediante forme di partecipazione che sono alla base della crescita dei livelli di sicurezza percepita. Coinvolgere la cittadinanza, incrementare i livelli di consapevolezza della comunità rispetto alle problematiche del territorio, implementare le tradizionali linee di intervento a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica attraverso la valorizzazione di forme di controllo sociale, fornire un ulteriore contributo all’attività di prevenzione generale e di controllo istituzionalmente svolta dalle Forze di polizia, sono infatti i cardini del protocollo d’intesa. In base all’accordo nasceranno i “Gruppi di controllo del vicinato”, sotto l’egida della Polizia locale che sovrintenderà al processo di attuazione del progetto e promuoverà assemblee pubbliche nelle zone interessate per la loro costituzione.
Ogni gruppo avrà uno o più coordinatori che periodicamente saranno convocati presso la Prefettura, con la partecipazione di rappresentanti delle Forze di Polizia e delle Istituzioni, sia per attività di formazione e informazione rispetto alle modalità di collaborazione sia per il loro perfezionamento. Le Forze di polizia, oltre ad avere un rapporto diretto con i coordinatori, svolgeranno iniziative di incontro con la popolazione per informarla rispetto ai delitti più frequenti sul territorio e fornire suggerimenti su come proteggersi dagli stessi.
Le attività della rete di cittadini saranno di mero controllo e osservazione rispetto alle zone di competenza e per le seguenti tipologie di situazioni: presenza di mezzi di trasporto o persone palesemente sospetti; eventuale fuga sospetta di mezzi di trasporto o persone;  presenza in luogo pubblico di auto, moto o biciclette che si sospettano rubate; persone in stato confusionale o in evidente difficoltà; presenza di ostacoli pericolosi sulle vie di comunicazione; interruzione dei servizi di fornitura di energia; situazioni significative di degrado urbano e disagio; atti vandalici; gravi fenomeni di bullismo; utilizzo indebito di spazi pubblici.
Di contro, i cittadini chiamati a svolgere azioni di controllo, oltre a non poter utilizzare uniformi, emblemi, simboli, altri segni distintivi o denominazioni riconducibili, anche indirettamente, ai Corpi di Polizia statali e locali, alle Forze Armate o ad altri Corpi dello Stato, dovranno astenersi da incaute iniziative personali o da comportamenti imprudenti, che potrebbero determinare situazioni di pericolo per sé e per altri: non potranno, inoltre, intervenire direttamente e attivamente in caso di commissione di reati, oppure sconfinare in eventuali, possibili forme di pattugliamento attivo, individuale o collettivo, del territorio  astenendosi dal segnalare fatti e circostanze che non siano stati oggetto di una appropriata osservazione e adeguata valutazione sul piano della potenziale pericolosità o che, comunque, appaiano manifestamente inidonei a rappresentare una possibile minaccia per la sicurezza, l’incolumità e la tranquillità pubblica.