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Scuola Dante Alighieri, i genitori protestano per il cambio di orario d’ingresso e uscita

5 dicembre 2024 | 10:09
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Scuola Dante Alighieri, i genitori protestano per il cambio di orario d’ingresso e uscita

L’AQUILA – Non si placano le proteste dei genitori degli alunni della scuola Dante Alighieri, alle prese con il cambio di orario in ingresso e in uscita.

L’AQUILA – Non si placano le proteste dei genitori degli alunni della scuola Dante Alighieri, alle prese con il cambio di orario in ingresso e in uscita. Disagi soprattutto per chi frequenta con la settimana lunga.

“Da oltre un mese i genitori degli alunni della scuola Dante Alighieri contestano la scelta della scuola di cambiare l’orario d’ingresso e di uscita delle lezioni“. Così in una segnalazione a #dilloalcapoluogo in cui si sottolinea: “Nonostante la contrarietà dei genitori espressa mediante un sondaggio, anche le classi che frequentano la settimana lunga, che comprende anche il sabato, saranno costrette ad anticipare l’entrata e l’uscita di 30 minuti, entrando alle 8 e uscendo alle 13. L’orario anticipato d’ingresso non sarebbe compensato dal sabato libero, come per coloro che frequentano la settimana corta, cioè fino al venerdì. Tale rimodulazione partirebbe direttamente e indistintamente dal prossimo anno, tradendo la fiducia in questo modo delle classi a settimana lunga le quali si ritenevano sicure che l’orario sarebbe stato garantito per l’intero triennio. La Preside si è mostrata refrattaria ad ogni controproposta. I genitori chiedono orari comodi per tutti durante la fase di transizione. L’unico accomodamento proposto dalla scuola è stato di concedere un ingresso libero per i primi 10/15 min che si tradurrebbe in un ingresso a scaglioni e quindi la perdita del primo quarto d’ora e la vigilanza fino alle 13:30, modalità non bene accolta dal personale. I genitori chiedono da tempo un incontro serio per affrontare la problematica, ma con scarsi risultati: le alternative ci sono e sono fattibili. La decisione appare come un’imposizione unilaterale e discriminatoria verso gli alunni frequentanti la settimana corta”.