Sanremo deve andare a gara, il Festival rischia di non essere più sulla Rai

Festival di Sanremo, il Tar della Liguria: “Illegittimo l’affidamento diretto alla Rai, serve la gara”.’ Salva’ l’edizione 2025
Il Tar della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento “diretto” alla Rai del festival di Sanremo da parte del Comune della città dei fiori.
I giudici del Tribunale amministrativo regionale garantiscono però lo svolgimento dell’edizione 2025 del Festival di Sanremo. Come assicurato dai giudici nella sentenza: “Risulterebbe evidentemente sproporzionato e irragionevole incidere sull’edizione del Festival già svolta e sull’edizione che si svolgerà tra pochi mesi”.Ma, per gli anni a seguire, dovrà essere svolta una gara pubblica aperta agli operatori del settore interessati. Il ricorso è stato presentato da Sergio Cerruti, fino al 2024 presidente dei discografici italiani. Lo ricordiamo, nelle ultime 5 edizioni, a condurre l’orchestra del Festival, c’era il Maestro aquilano Leonardo De Amicis.

Si legge nella sentenza del Tar: “È illegittimo l’affidamento diretto alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell’organizzazione del festival» per il 2024-2025: fatta salva la prossima edizione, dal 2026 si dovrà procedere con una gara aperta agli operatori del settore”.In 58 pagine, il Tar della Liguria mette nero su bianco una sentenza che potrebbe cambiare la storia dell’evento tv italiana per eccellenza. La Rai valuta il ricorso e getta acqua sul fuoco: “I giudici amministrativi hanno confermato l’efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l’edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival»: «nessun rischio», quindi, «che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”.
Secondo un’altra sentenza del Tar, il Comune di Sanremo sarebbe il proprietario del marchio del Festival. Ogni anno l’ente lo cede alla Rai. Come riporta il Sole 24 Ore, per il triennio 2018-2020 la concessione esclusiva all’emittente pubblica dell’organizzazione, della produzione e della ripresa della manifestazione, nonché dell’utilizzazione del marchio “Festival della Canzone Italiana” ha fatto arrivare nelle casse del Comune un importo complessivo di 15 milioni di euro. Il problema sollevato dal Tar è che ora l’ente comunale, in quanto pubblico, dovrebbe fare una gara aperta a tutti gli operatori del settore.