50 anni dalla laurea per il dottor Giancarlo Rossetti, riconoscimento allo storico medico di Morino

7 dicembre 2024 | 15:27
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50 anni dalla laurea per il dottor Giancarlo Rossetti, riconoscimento allo storico medico di Morino

Quella del dottor Giancarlo Rossetti è la storia di un medico d’altri tempi. Un medico che per ben 40 anni ha assistito più di un paese, presente giorno e notte: oggi il riconoscimento a L’Aquila a lui e a tutti i medici che festeggiano i 50 anni dalla laurea

Ora avrà una medaglia d’oro con sé, da conservare con cura dove vorrà.
Un riconoscimento che ricorderà tante cose: i 50 anni dalla laurea, i 40 anni di carriera con lo stetoscopio al collo e una vita intera accanto a una comunità, la sua. Il dottor Giancarlo Rossetti, storico medico di famiglia di Morino, premiato a L’Aquila.

Quella del dottor Giancarlo Rossetti è la storia di un medico d’altri tempi. Un medico che per ben 40 anni ha assistito più di un paese, presente giorno e notte, “pur con il filtro della segreteria telefonica”, sottolinea con un pizzico di nostalgia. Un’attività medica ricca, la sua, alla quale ha affiancato l’esperienza sindacale all’interno della FIMMG, Federazione italiana dei medici di medicina generale, di cui oggi riveste la presidenza della sezione aquilana. Abbiamo contatto il dottor Rossetti perché oggi, 7 dicembre, presso il Ridotto del Teatro Comunale dell’Aquila, in occasione della Giornata del Medico e dell’Odontoiatra, si è svolta la consegna delle onorificenze ai medici che festeggiano il 50° anniversario dalla laurea, con contestuale presentazione dei nuovi iscritti all’albo. Una cerimonia che, come di consueto, ha visto anche la commemorazione dei defunti, con un momento speciale dedicato alla memoria del compianto Maurizio Ortu. Tra i premiati, circa 70, oggi c’è anche Rossetti, costante punto di riferimento per generazioni di morinesi e per tanti pazienti che arrivavano anche dai comuni limitrofi.

Giancarlo Rossetti Giancarlo Rossetti

Nelle piccole realtà come Morino, piccolo comune della Valle Roveto, lo studio medico è uno. Anzi, due o tre, in base al numero delle frazioni. Inutile dire, quindi, che il Dottore del paese (e l’iniziale maiuscola non è casuale) sia una personalità. Da un lato il professionista al servizio della comunità, dall’altro l’amico che tutti conoscono e che tutti, nessuno escluso, hanno chiamato almeno una volta fuori dall’orario di lavoro. Magari a notte fonda, oppure durante una festa.

50 ANNI DI LAUREA – Era il 5 aprile 1974 quando Giancarlo Rossetti conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia. “Inizia a lavorare nel piccolo comune di Opi, nel cuore Parco nazionale d’Abruzzo, nel luglio del ’74. Sono stato ad Opi per un anno e mezzo, poi sono partito perché la leva militare chiamava”, ricorda Rossetti ascoltato dal Capoluogo.it. A Morino arrivò il 2 maggio 1977: “Ho lavorato nel mio paese da allora per 40 anni, fino al 30 ottobre 2017”. Ma cosa è cambiato in 50 anni?“Praticamente tutto, sotto ogni punto di vista, sia considerando gli assistiti sia guardando alla Medicina generale vera e propria che, nel tempo, è stata oppressa dalla burocrazia. Purtroppo, si è arrivati a dedicare più tempo alle infinte pratiche burocratiche che alla alla cura dei pazienti. È brutto dirlo, ma occupandomi anche di attività sindacale da molti anni, quella appena descritta è una realtà che si riscontra a livello generale già da tempo. E tutto questo nonostante l’avvento della tecnologia abbia portato ad utilizzare dispositivi che sono entrati a far parte della nostra professione proprio per velocizzare ed ottimizzare l’attività. Eppure la burocrazia non finisce mai…”. 

ATTIVITÀ SINDACALEE NUOVE URGENZE – Il sindacato ha accompagnato l’attività medica di Rossetti, negli anni punto di riferimento all’interno della FIMMG, che oggi presiede. “La Federazione rappresenta circa il 65/70% dei medici. Continuo tuttora ad essere trattenuto dai colleghi nel sindacato, forse perché sono il saggio del gruppo”, scherza il dottore. Nell’ambito di questa lunga azione sindacale, Rossetti ha preso parte alla stesura di due accordi integrativi regionali, uno nel 1999-2000 e uno nel 2005.

Tante le sfide affrontate negli anni. Oggi all’orizzonte ce n’è una che vede coinvolti proprio i medici di famiglia. La carenza di professionisti nelle aree interne, quelle che il dottor Giancarlo Rossetti conosce come le sue tasche: dove per 40 anni ha lavorato, ascoltato, raccolto e riportato problemi, cercando  soluzioni. E dove, soprattutto dopo la pensione, è sceso in campo in prima persona dedicandosi ad attività di volontariato civile che hanno portato a risplendere il borgo di Morino vecchio, distrutto dal terremoto di Avezzano del 1915.
Nessuno sceglie le aree interne, si dice quando viene a galla il tema della carenza di medici di medicina generale o di pediatri nei piccoli centri di questi territori. Qual è il problema? Spiega Rossetti, “Io sono un caso a sé, poiché ho lavorato nel mio paese e questo mi ha indubbiamente aiutato. C’è anche da dire che erano altri tempi: quando ho iniziato bisognava conquistare gli assistiti, oggi invece ci sono tantissimi assistiti, in numero superiore rispetto alle capacità di assistenza che può garantire un singolo medico.Ciò deriva da una pessima gestione del percorso, perché negli anni si sono registrati vari problemi e peggioramenti nell’assistenza e c’erano pochi medici che partecipavano ai corsi di specializzazione necessari per iniziare la professione. Tuttavia, oggi possiamo guardare al futuro con più ottimismo. Ritengo, infatti, che nel giro di 5/6 anni il problema sarà in parte risolto: ci saranno più medici a disposizione e meno pensionati. Certo, il problema della carenza assistenziale c’è, soprattutto nelle aree interne. Stiamo affrontando la questione anche con gli Assessorati competenti”. 

Non c’è il Covid-19 tra le esperienze lavorative del dottor Rossetti, andato in pensione esattamente due anni prima che scoppiasse la pandemia.
Un momento in cui i medici di base sono stati presi d’assalto, tra lockdown e timore di recarsi in ospedale. “Spiace constatare che in quel periodo ci furono diverse attestazioni di stima nei confronti dei medici di medicina generale, ma è bastato qualche anno per dimenticare il lavoro fatto dalla categoria”. Come spesso accade, infatti, parlando di sanità si tende spesso a lamentarsi: avere affrontato un’epidemia come il Covid-19 sembrava poter cambiare le cose, ma così non è stato. Guardandosi indietro, però, sistemando con cura l’attestato e la medaglia, il dottore rivede quasi nitidamente tanti di quei momenti che hanno caratterizzato la sua lunga storia di medico, “Oggi restano la riconoscenza e il grandissimo affetto di tutti i miei assistiti. Quanto basta per dire che ne è valsa la pena”.