Muore a seguito di un incidente in moto scontrandosi con un cane, cade l’accusa di omicidio stradale per i proprietari

L’AQUILA – Cambia l’ipotesi di reato per titolari e soci di un’azienda agricola proprietaria del cane con cui si è scontrato il 40enne morto nell’incidente sulla statale 80, avvenuto il 29 maggio scorso. L’accusa passa da omicidio stradale a omicidio colposo.
L’AQUILA – Cambia l’ipotesi di reato per titolari e soci di un’azienda agricola proprietaria del cane con cui si è scontrato il 40enne morto nell’incidente sulla statale 80, avvenuto il 29 maggio scorso. L’accusa passa da omicidio stradale a omicidio colposo.
Non più omicidio stradale, ma omicidio colposo. Dopo l’eccezione avanzata dalla difesa rappresentata dagli avvocati Mauro Ceci e Alessandra Di Tommaso, è cambiata l’ipotesi di reato a carico di 4 persone per cui il sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli aveva chiesto il rinvio a giudizio. Si tratta di titolari e soci di una nota azienda agricola con sede a Pizzoli, chiamati in causa a seguito dell’incidente avvenuto a maggio scorso sulla statale 80, nella quale ha perso la vita Daniel Martino, 40enne che è caduto dalla moto sulla quale viaggiava, dopo lo scontro con un cane. L’incidente è avvenuto al km 29 della statale 80, in direzione di Campotosto, in un tratto di strada con il milite di 50 km/h. Le successive indagini hanno fatto emergere che il cane con cui è avvenuto l’incidente mortale aveva un microchip ed era risultato appartenente a una nota azienda agricola di Pizzoli. Il cane si era allontanato dal pascolo da cui custodiva un gregge di pecore. Da qui la richiesta di rinvio a giudizio per titolari e soci della stessa azienda, con l’iniziale ipotesi di reato di omicidio stradale. In sede di udienza preliminare davanti al GUP Marco Billi, però, la difesa ha eccepito che “nella descrizione della condotta non sono indicati specifici profili di colpa a carico dei diversi imputati”. Così il pm – in questa sede la dottoressa Roberta D’Avolio – ha modificato il capo di imputazione, passato da omicidio stradale – che prevede pene da 2 a 7 anni – a omicidio colposo per l’omessa custodia dell’animale, che invece prevede pene da sei mesi a 2 anni. Nella stessa udienza preliminare si sono costituiti come parte civile i famigliari – padre, madre, moglie e fratello dell’uomo deceduto – rappresentati dagli avvocati Ernesto De Angelis, Luigi Scorpio e Francesco Saverio Iacuzio.