Il Trittico Dragonetti De Torres torna a casa

L’AQUILA – Presentata la nuova acquisizione del MuNDA, il Trittico Dragonetti De Torres. Zalabra: “Uno straordinario regalo di Natale per la collettività”.
L’AQUILA – Presentata la nuova acquisizione del MuNDA, il Trittico Dragonetti De Torres. Zalabra: “Uno straordinario regalo di Natale per la collettività”.
Da venerdì 13 dicembre, nelle sale del MuNDA, sarà possibile ammirare la nuova acquisizione del Museo Nazionale d’Abruzzo, il Trittico Dragonetti De Torres. L’opera – di mano del pittore Antonio Aquili, detto Antoniazzo Romano, e di un suo collaboratore – raffigura la Madonna con il Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Maria Maddalena. Venne eseguita intorno al 1490 probabilmente come immagine di devozione privata o come pala d’altare per una cappella gentilizia di una chiesa ad oggi ignota, stando alla presenza della donatrice orante, inginocchiata nella tipica posa di ossequio ai piedi della Vergine. Citata da Luigi Serra nel 1912 tra i pezzi della collezione aquilana dei marchesi Dragonetti e conservata al primo piano del palazzo di famiglia in via Roio all’Aquila, fino alla metà egli anni Trenta era ancora in città: qui fu vista e attribuita al Pittore dagli storici dell’arte Bernard Berenson e Raimond van Marle. Le ultime notizie risalgono al 1938, quando il Trittico venne esposto nella mostra dedicata a Melozzo da Forlì, tenutasi nell’omonima città romagnola; da allora se ne persero le tracce, anche a causa della dispersione del patrimonio artistico della famiglia Dragonetti De Torres da parte del ramo romano della casata, avvenuta alla metà del XX secolo.

“Vorrei sottolineare l’importanza di quest’opera all’interno delle nostre collezioni” – spiega la Direttrice del MuNDA Federica Zalabra – “sia per la sua indubbia qualità sia perché aiuta a ricostruire un patrimonio che è andato disperso, quello della Collezione Dragonetti De Torres appunto, che ora, anche se in minima parte, torna come bene pubblico a disposizione della città”.
Aggiunge il vicesindaco Raffaele Daniele: “L’operazione che andiamo oggi a celebrare è un ulteriore conferma della buona amministrazione del Museo Nazionale d’Abruzzo: recuperare un’opera di tale qualità è davvero importante per la nostra città. Attraverso la pala è possibile rivivere uno spaccato dell’Aquila del XV secolo, di un territorio orientato alla ricerca del bello, ancora visibile nei tanti palazzi del centro storico. Il Trittico Dragonetti De Torres arricchisce il nostro patrimonio e ci rende ancora più orgogliosi della nostra cultura”.
L’opera è una tempera su tavola e rappresenta una tipica iconografia dell’area centro italiana, in particolare abruzzese-laziale, con la Vergine e il Bambino al centro e ai lati due Santi, raffigurati con gli attributi caratteristici, il Battista con il vestito di pelle di cammello e la lunga croce con il cartiglio dell’Agnus Dei e Maria Maddalena con i capelli sciolti e la pisside di olii odorosi per profumare il corpo morto di Cristo. Illustra Daniele Lauri, funzionario storico dell’arte presso il MuNDA: “Il Trittico è stato ritagliato nella parte sommitale e in quella inferiore, probabilmente per accordare le dimensioni dei pannelli; si è persa la parte sottostante, dove erano presenti i due stemmi gentilizi delle rispettive famiglie, poi unitesi, e qui dipinti per glorificarne la committenza. È verosimile che la parte centrale fosse più alta, come testimonia la recisione netta; inoltre, la pala doveva essere inserita in una carpenteria lignea, oggi perduta”.

L’opera è un capolavoro di Antoniazzo, esempio della sua arte, in grado di fondere il linguaggio romano con l’esperienza umbro toscana contemporanea e portarla verso un’esperienza più pienamente rinascimentale: a questa si formeranno artisti locali del calibro di Francesco da Montereale e Saturnino Gatti, per citare i più noti.
“Ringrazio tutti gli attori di questa operazione” – conclude Federica Zalabra – “che con un lavoro corale hanno consentito, proprio alle porte di Natale, di consegnare a nome del Museo Nazionale d’Abruzzo il Trittico Dragonetti De Torres come regalo alla cittadinanza”.