L’Annunciazione di Walter Monich, dal Bargello al MuNDA

L’AQUILA – Presentata L’Annunciazione di Walter Monich, l’opera verrà esposta al MuNDA per 10 anni.
L’AQUILA – Presentata L’Annunciazione di Walter Monich, l’opera verrà esposta al MuNDA per 10 anni.
L’Annunciazione di Walter Monich, anche noto come Gualtiero d’Alemagna, torna in Abruzzo e rimarrà esposta nelle sale del Museo Nazionale d’Abruzzo per dieci anni. L’operazione – frutto di un accordo tra i Musei del Bargello di Firenze e il Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila, nell’ambito del Sistema Museale Nazionale – è stata fortemente voluta dal Direttore Generale dei Musei Massimo Osanna. “Questa iniziativa” – spiega il Direttore – “prevede il deposito sul lungo periodo del gruppo scultoreo recentemente attribuito a Walter Monich, già nel Salone di Donatello al Bargello di Firenze, interessato da importanti lavori di restauro e riallestimento. Sarà così possibile riscoprire un’importante opera del Quattrocento abruzzese nel suo contesto di origine”. Le sculture, infatti, “tornano a casa”: provengono da un’edicola di un giardino privato nei pressi della chiesa di San Domenico a Tocco da Casauria, nel XIX secolo di proprietà della famiglia Filomusi e poi di quella Bonanni. Nel 1904 furono vendute sul mercato antiquario di Roma e da lì sarebbero finite probabilmente oltre oceano; grazie all’interessamento del Ministero della Pubblica Istruzione se ne scongiurò l’esportazione e pochi anni dopo l’Annunciazione fu acquisita dallo Stato. Tuttavia, poiché all’epoca in Abruzzo non era presente un’istituzione museale statale che potesse garantirne la conservazione, l’opera fu affidata al Museo Nazionale dal Bargello, non per affinità territoriale ma perché contenitore deputato all’esposizione dell’arte del Quattrocento.

L’Angelo annunciante e la Vergine Annunciata, scolpiti in due blocchi distinti di pietra della Maiella, furono realizzati tra il 1410 e il 1415 ca. per essere addossati ad una parete – come si evince dalla parte posteriore non lavorata – forse destinati alla decorazione della lunetta di un portale. Da sempre attribuiti all’orafo e scultore Nicola da Guardiagrele, recentemente sono state ricondotte alla mano di Walter Monich, documentato tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo nella Fabbrica del Duomo di Milano. Dalla Lombardia, passando per l’Umbria, lo scultore giunse in Abruzzo: suoi sono anche il Monumento funebre della Famiglia Caldora nella Badia di Santo Spirito al Morrone a Sulmona (1412) – dove si firma come “magister Gualterius de Alamania” – e, probabilmente, il Monumento di Niccolò di Giacobuccio Gaglioffi nella chiesa di San Domenico all’Aquila, perduto a causa del terremoto del 1703.
Aggiunge Federica Zalabra, Direttrice del Museo Nazionale d’Abruzzo: “Siamo felici non solo di mostrare alla cittadinanza aquilana l’Annunciazione, che entra a far parte delle nostre collezioni come deposito decennale, ma di essere parte attiva del Sistema Museale Nazionale, con numerose collaborazioni sia sul territorio sia a livello nazionale. Si ribadisce, così, il ruolo del Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila come custode dell’arte dell’intera regione e che presto restituiremo alla città”.