Gran Sasso, Commissione regionale in trasferta ai Laboratori Nazionali

18 dicembre 2024 | 07:23
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Gran Sasso, Commissione regionale in trasferta ai Laboratori Nazionali

Commissione di Vigilanza in riunione ai Laboratori del Gran Sasso, un’altra puntata di un’indagine su un sistema complesso, unico al mondo

Gran Sasso, in mattinata i componenti della Commissione regionale di Vigilanza faranno un sopralluogo nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, ad Assergi, per “effettuare un’indagine conoscitiva in merito alla messa in sicurezza del Sistema Gran Sasso”.

La seduta della Commissione si svolgerà nei locali dei Laboratori. Si tratta di un’iniziativa che prosegue un ciclo in cui dalla Commissione presieduta da Sandro Mariani viene dedicato, attraverso le audizioni dei responsabili e dei protagonisti, un articolato approfondimento su un contesto unico al mondo, in cui convivono nello stesso luogo autostrada, laboratori scientifici, sistema idrico.

Nelle settimane scorse sono stati auditi, tra gli altri, i commissari alla messa in sicurezza rispettivamente dell’acquifero e dell’A24 e dell’A25 e i gestori delle reti idriche. In programma c’è Strada dei Parchi. Si punta ad arrivare ad un dossier che metterà assieme le informazioni emerse, legate ai lavori e anche agli aspetti istituzionali, sulla gestione del sistema Gran Sasso.

Mercoledì 18 dicembre occhi dei commissari puntati sul ruolo dei Laboratori: si apprenderanno le attività in campo, anche per quanto riguarda la sicurezza, con particolare riguardo alla vicenda dell’esperimento russo Lvd, condotto assieme all’Accademia delle scienze russa. Desta preoccupazione l’uso di sostanze pericolose e inquinanti, minacce per la falda acquifera. Lo smantellamento dell’attività è difficoltoso per ragioni diplomatiche, legate alle restrizioni che vigono nei rapporto con la Russia.

Una vicenda che si inserisce in una situazione generale già molto intricata. Gli aspetti ulteriori sono venuti fuori nel dettaglio nelle settimane di sedute della Commissione di Vigilanza ma anche nell’ambito del dibattito che si è sviluppato al di fuori delle sedi istituzionali. Ai lavori programmati di messa in sicurezza dell’acquifero, che erano partiti nello scorso ottobre salvo essere interrotti a causa di repentini innalzamenti dei livelli di torbidità,si sommano quelli di rafforzamento antisismico di A24 e A25: la preoccupazione è alta, e deriva dal rischio di sovrapposizione che potrebbe ulteriormente complicare una viabilità già destinata, nei prossimi anni, a subire rallentamenti per l’avvio degli interventi, specialmente nel Traforo del Gran Sasso. Per questo si sta affermando l’ipotesi di arrivare a una razionalizzazione delle gestioni commissariali, per arrivare dal doppio commissario (per l’acquifero Pierluigi Caputi, per l’antisismica Marco Corsini) a una struttura unica, o addirittura a un’autorità competente per tutto il Gran Sasso, come avviene altrove nel nostro Paese, ad esempio lungo il bacino del fiume Po.

Alla tempistica dei lavori nel Traforo, con relativi futuri appesantimenti della viabilità, si affianca la necessità di rafforzare le precauzioni a beneficio del sistema idrico, su entrambi i versanti del Gran Sasso. Nei giorni scorsi ai nostri microfoni Caputi ha fornito dettagli che hanno, per quanto riguarda la durata e l’inizio degli interventi, confermato quanto evidenziato in precedenza. L’intervento di messa in sicurezza dell’acquifero sarà avviato a partire dai 12 ai 18 mesi successivi alla conclusione dei sondaggi preliminari e durerà circa tre anni. Caputi ha già chiarito che i sondaggi saranno effettuati a ottobre del prossimo anno: il tentativo di farli due mesi fa è abortito a causa dell’improvviso aumento di torbidità dell’acqua, che ha indotto lo stop. Saranno perciò conclusi all’incirca a fine 2025, e quindi l’intervento di messa in sicurezza, calendario alla mano, non potrà partire prima del 2027.

Sono inoltre in pieno svolgimento gli iter di realizzazione per migliorare le condizioni di sicurezza della fornitura di acqua alla popolazione, per metterla al riparo da interruzioni che potrebbero essere determinate da incidenti nel corso dei lavori. In fase di realizzazione tre impianti, uno sul lato teramano e due su quello aquilano del Gran Sasso. Nel primo caso si tratta di un potabilizzatore a Casale San Nicola per il quale, ha detto il commissario Caputi al Capoluogo, “è stata definita la progettazione ed è in corso di conclusione il progetto definitivo. I tempi stimati per la realizzazione sono di un anno e mezzo circa”. Nell’aquilano sono in ballo due impianti: uno ad Assergi, che si trova “in fase di esame del Comitato Via. Nel giro di qualche mese andrà a gara e sarà concluso in un anno”. Questa è in realtà una struttura “ponte” che servirà fino a quando entrerà in funzione l’infrastruttura che servirà a prelevare l’acqua dal lago di Campotosto per la quale “sono stati da tre mesi avviati i monitoraggi”. Attesa nel giro di due anni – due anni e mezzo la conclusione della progettazione.

traforo gran sasso chiuso