Ezio Stati dall’arresto all’assoluzione, un errore giudiziario lungo 12 anni
21 dicembre 2024 | 09:56

Ospite di Grandangolo Ezio Stati, politico di lungo corso, vittima di un incubo giudiziario durato 12 anni, fino all’assoluzione
Ospite di Grandangolo Ezio Stati, politico di lungo corso e vittima di un incubo giudiziario durato 12 lunghissimi anni.
Ezio Stati, già assessore e consigliere regionale, nonché ex segretario amministrativo della Democrazia Cristiana, racconta ai microfoni di Grandangolola vicenda giudiziaria di cui è stato, suo malgrado, protagonista. Una vicenda conclusa solo il 15 dicembre 2022, quando Ezio Stati è stato assolto “perché il fatto non sussiste”.
Il tema dell’inchiesta, partita dalla Procura di Pescara, erano i rifiuti: nello specifico i progetti per la realizzazione di termovalorizzatori in Abruzzo. A quei tempi Daniela Stati, figlia di Ezio, era assessore regionale all’Ambiente.
“Credo che il mio caso giudiziario sia quasi equiparabile a quello di Tortora, ma nel caso di Tortora c’era qualcuno ad accusarlo, nel mio caso non c’era nessuno”. La Polizia di Pescara si presentò nella sua abitazione all’alba, erano le 5 del mattino. “Mi dissero, ‘lei è in arresto. Dobbiamo perquisire la casa’. Io chiesi le ragioni dei mio arresto, mi risposero che poi mi avrebbero fatto sapere”.
Il tema dell’inchiesta, partita dalla Procura di Pescara, erano i rifiuti: nello specifico i progetti per la realizzazione di termovalorizzatori in Abruzzo. A quei tempi Daniela Stati, figlia di Ezio, era assessore regionale all’Ambiente.
“Credo che il mio caso giudiziario sia quasi equiparabile a quello di Tortora, ma nel caso di Tortora c’era qualcuno ad accusarlo, nel mio caso non c’era nessuno”. La Polizia di Pescara si presentò nella sua abitazione all’alba, erano le 5 del mattino. “Mi dissero, ‘lei è in arresto. Dobbiamo perquisire la casa’. Io chiesi le ragioni dei mio arresto, mi risposero che poi mi avrebbero fatto sapere”.
Gli agenti cercavano un televisore che un amico imprenditore gli aveva promesso, ma quel televisore Stati non lo aveva mai ricevuto e quindi non uscì fuori nulla da quella perquisizione.
Stati ricorda un errore giudiziario alla base dell’intera vicenda. Un’intercettazione telefonica valutata ed interpretata erroneamente in merito a una delibera inesistente. “L’utenza intercettata non era la mia, ma quella di mia figlia che interloquiva con il presidente della Regione. Loro hanno scambiato mia figlia per me, addossandomi il ruolo di grande stratega”.
Stati ricostruisce l’iter che porta alla possibilità di errori in ambito giudiziario. “Il poliziotto scrive e il GIP non verifica, mette la telefonata agli atti”.
Una vicenda che ha portato Ezio Stati in cella e che ha dato avvio a un caso giudiziario lungo ben 12 anni.
Si parlava, quindi, “di una delibera da parte di mia figlia, Daniela Stati, per la concessione ad Abruzzo Engineering di 1 milione e mezzo di euro in modo non corretto. Eppure, la sera stessa in cui si è svolto l’interrogatorio di garanzia, quella delibera non esisteva. Sulla base di cosa siamo stati arrestati? Qualcuno si è reso conto degli errori, ma non si è avuto il coraggio di tornare indietro, soprattutto visto il clamore suscitato dal caso“. Stati ritiene che l’errore giudiziario sia stato causato dalla volontà di alcuni di “togliersi tra i piedi coloro che non erano allineati al sistema”, nell’ambito delle vicende legate al terremoto dell’Aquila.
Una vicenda che ha portato Ezio Stati in cella e che ha dato avvio a un caso giudiziario lungo ben 12 anni.
Si parlava, quindi, “di una delibera da parte di mia figlia, Daniela Stati, per la concessione ad Abruzzo Engineering di 1 milione e mezzo di euro in modo non corretto. Eppure, la sera stessa in cui si è svolto l’interrogatorio di garanzia, quella delibera non esisteva. Sulla base di cosa siamo stati arrestati? Qualcuno si è reso conto degli errori, ma non si è avuto il coraggio di tornare indietro, soprattutto visto il clamore suscitato dal caso“. Stati ritiene che l’errore giudiziario sia stato causato dalla volontà di alcuni di “togliersi tra i piedi coloro che non erano allineati al sistema”, nell’ambito delle vicende legate al terremoto dell’Aquila.
Quindi, la critica al sistema giudiziario italiano, affermando che “gli unici che non pagano per gli errori commessi sono i magistrati”e ha proposto l’istituzione di una Commissione disciplinare indipendente per valutare gli errori dei magistrati.
Stati, dopo 12 anni, ha vinto la causa per ingiusta detenzione, ricevendo un indennizzo di soli 5341,95 euro. “Tanto vale la dignità di una famiglia, gli sforzi di una vita”, ha commentato amaramente. Infine, una riflessione e un invito a non esprimere giudizi alle prime accuse.
“Prima di mettere un like, prima di fare un appunto e prima di fare il giustizialista, pensateci 30 volte perché i prossimi potreste essere voi”.