Festa di Sant’Antonio Abate in Alto Aterno

Festa di Sant’Antonio Abate in Alto Aterno, tornano i tradizionali festeggiamenti a Cabbia, Cesaproba e Ville di Fano di Montereale.
Sono tre paesi in festa, Cabbia, Cesaproba e Ville di Fano di Montereale, quelli che nella settimana in corso festeggiano l’antica ricorrenza di Sant’Antonio Abate: protettore degli animali domestici, dei contadini, del fuoco e delle malattie della pelle.
Grande era il culto del Santo protettore degli animali, che erano di notevole ausilio nei lavori dei campi e per l’economia domestica, nei tempi che furono esclusivamente agricola. Sembra che nel corso della sua vita nel deserto Sant’Antonio – che mori’ il 17 gennaio del 356, di qui la data della ricoorrenza – entro’ in contatto con diverse specie animali con cui stabili’ un rapporto di amicizia e di rispetto. In questo periodo in montagna c’e una minima quantità di neve che sembre osservare alla lettera il famoso detto popolare, saggezza delle genti: ”S. Antonio barba bianca… se non piove la neve non manca” Inizia i festeggiamenti la piu’ popolosa Frazione di Montereale, Cesaproba, che lo celebra il giorno della ricorrenza il 17 gennaio, la prima festa dell’anno nel colmo dell’inverno. Parliamo di un paese in festa, o meglio di una Comunità, che vede la totale partecipazione di tutti i suoi abitanti e di molta gente che viene da fuori. Aprono le danze la mattina presto i bambini che girano per le case del paese e tutti, con l’attaccamento e la simpatia della tradizione, gli donano qualche soldino, una panetta o dei dolciumi. A seguire i vari rioni accendono dei falo’ ove, tra socialità, ospitalità ed accoglienza, preparano la storica panonta* per tutti. Alle 09.30 farà ingresso in paese la banda dell’Aterno, alle 10.00 arrivo del gruppo folkloristico “Il Trillo”, alle 13.00 processione con partenza da piazza Lucia Fluttuante, alle 13.30 funzione religiosa nella chiesetta delle Anime Sante, alle ore 14.15 rientro della statua presso piazza Lucia Fluttuante, alle ore 15.00 benedizione degli animali. A seguire tutti invitati al Centro anziani per un pranzo conviviale. I festeggiamenti, tra diaoghi, canti e balli, continuano fino a sera. Sabato 18 gennaio anche Ville di Fano, paese del Sindaco Massimiliano Giorgi, festeggia S. Antonio Abate con un programma articolato. Si inizia alle ore 10.30 con la funzione religiosa presso la chiesa di S. Lucia ed a seguire lo spettacolo pirotecnico, alle 15.30 la benedizione degli animali quindi l’asta degli zampitti, una tradizione tutta locale che amalgama la Comunità fanara. Essa consiste nel raccogliere gli zampetti dei maiali lavorati in questo periodo di freddo nel paese. Poi si mettono all’asta che si tiene a Piedi Colle di Ville di Fano. Chi se li aggiudica li offre alla popolazione con una cena.

Poi un rinfresco offerto dal comitato allietato da suoni e canti. Una cena paesana presso la struttura in piazza con la partecipazione dei poeti⁷ che, a partire dalle 20.30, accompagneranno la serata con gli antichi strumenti cari al mondo agro – pastorale: l’organetto e le ciaramelle – concluderà la giornata festiva. Chiude la tre giorni di festeggiamenti, in onore del Santo protettore degli animali e dei contadini, Cabbia. Alle 11.00 di domenica 19 gennaio – per mettere una maggiore partecipazione, visto che in paese in questo periodo c’è pochissima gente – ci sarà, condizioni metereologiche permettendo, la processione con la statua del Santo per le vie del paese ed a seguire la funzione religiosa. Alle ore 12.00 pranzo conviviale con le famose “Cotenne di S. Antonio” una minestra calda a base di farro, secondo, dolci e bevande ed a seguire le storiche panette ammassate e cotte da uno dei procuratori. E’ bello ed importante mantenere queste tradizioni poiché i nostri amati borghi di montagna vivono anche di simili iniziative che hanno il merito e l’onore di far rincontrare la persone che, senza questi festosi eventi, si sarebbero rivisti solo a Pasqua.

Un grazie di cuore ai “festaroli” ed un invito ai nostri giovani affinchè, forti della loro età verde, s’impegnino, in un naturale ricambio generazionale, nella continuazione delle nostre tradizioni.
