Ciak d’Oro 2024, Un mondo a parte di Riccardo Milani trionfa come miglior commedia

“La montagna lo fa, la montagna lo ha fatto!” Ciak d’oro al regista Riccardo Milani come miglior commedia per il suo “Un mondo a parte”.
Film campione d’incassi nel 2024, con oltre un milione di presenze registrate, il più visto nelle arene estive e adesso anche il “Ciak d’oro” quale miglior commedia, ma si sa, “la montagna lo fa!” Stiamo parlando ovviamente di “Un mondo a parte”, la pellicola di Riccardo Milani che racconta con semplicità, leggerezza e ottimismo la realtà dei piccoli borghi dell’Abruzzo interno Aquilano.
La 40esima edizione dei Ciak d’Oro, i premi cinematografici che celebrano l’eccellenza del panorama cinematografico italiano, ha visto trionfare Riccardo Milani con la pellicola “Un mondo a parte”, girata interamente in territorio abruzzese, in particolare ad Opi, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il regista dalla forte valenza “sociale”, protagonista in questi mesi del panorama cinematografico italiano, ha conquistato il premio nella categoria Miglior Commedia, riconoscimento che testimonia il successo del film e il talento nel creare storie che riescono a unire il pubblico, facendo divertire e riflettere.

Dalla storia della vice preside dell’istituto scolastico “Cesidio Gentile” detto Jurico Agnese (Virginia Raffaele) e del maestro Michele (Antonio Albanese), catapultato in pieno inverno in una scuola nel cuore dell’Abruzzo per fuggire dal caos della grande città, il film ha affrontato lo spinoso tema del ridimensionamento scolastico nei piccoli comuni e delle pluriclassi, un problema comune a tantissimi piccoli centri, soprattutto nell’Abruzzo interno montano e che non risparmia il Paese interno, da Nord a Sud. Problematiche che il regista conosce bene anche perchè anni fa ha acquistato una casa a Pescasseroli, luogo in cui trascorre diversi periodi dell’anno. “In Abruzzo sono cresciuto e ho trovato tanta ispirazione per i miei lavori. È una regione a cui devo molto e c’è un sentimento forte e autentico che mi lega a questa terra, un territorio ricco fatto di persone gentili e di comunità resistenti”, aveva detto Milani in una intervista rilasciata al Capoluogo ad agosto scorso dopo che la sua “Opi”, gli aveva conferito la cittadinanza onoraria. “Il cinema per la valorizzazione dei luoghi. La cultura come strumento di sensibilizzazione e contrasto allo spopolamento”.
E in quest’opera ha coinvolto gli abitanti del territorio, mettendo insieme attori presi sul posto (i bambini dei paesi vicini, la fornaia di Pescasseroli, il bidello, mentre panni del parroco del paese nel film c’è l’ex primo cittadino di Opi, Berardino Paglia) a volti noti e artisti abruzzesi come Elisa Di Eusanio e Corrado Oddi, dando comunque voce a tutti, utilizzando un linguaggio chiaro, un dialetto abruzzese verace e genuino, “oh”, senza luoghi comuni, senza forzature.
Perchè è vero, il film di Milani con delicatezza e garbo ha portato alle luci della ribalta posti meravigliosi, come Opi e Pescasseroli destando curiosità e creando indotto. Nelle settimane successive all’uscita del film, c’è stato in questi luoghi un vero e proprio pellegrinaggio di turisti e curiosi alla ricerca dei luoghi iconici di “Un mondo a parte”. “Scusi, dove si trova la casa del maestro Michele?”, “Ah vedi, questo è l’ingresso della scuola Cesidio Gentile”; è facile anche adesso, quasi un anno dopo, trovare turisti curiosi che girano per Opi alla ricerca di qualche frammento della commedia campione d’incassi.“Un mondo a parte”.
“Un mondo a parte” non è solo il film dell’anno, è la pellicola che, in pochi mesi, sembra aver svegliato le coscienze, partendo dal problema delle difficoltà del quotidiano in un posto come può essere un paesino dell’Abruzzo interno aquilano. Un inno all’Abruzzo montano verace, al carattere tosto e gentile dei suoi abitanti, ottimisti, tenaci, ‘testoni’, rispettosi della natura e del prossimo. Una storia che Milani non si è fatto raccontare, ma che ha vissuto in prima persona, “Che ho visto negli anni, conoscendo i territori. Ho visto nel tempo le classi diventare pluriclassi, le scuole chiudere e con dispiace e con dolore i paesi morire perchè, quando chiude una scuola, chiude un’intera comunità, come è successo a Sperone”, aveva spiegato in una precedente intervista sempre al Capoluogo.