Orso Juan Carrito, un anno fa la scomparsa della mascotte d’Abruzzo

Un anno fa la morte dell’orso Juan Carrito, investito sulla statale 17. Dopo sette mesi sarebbe morta anche la madre, l’orsa Amarena, uccisa con un colpo di fucile.
Un anno fa la morte dell’orso Juan Carrito, investito sulla statale 17. Dopo sette mesi sarebbe morta anche la madre, l’orsa Amarena, uccisa con un colpo di fucile.
Era il più curioso e intraprendente dei quattro cuccioli dell’orsa Amarena, star indiscussa dei social, proprio per quel suo carattere “confidente” che non lesinava scatti suggestivi e riprese video da milioni di visualizzazioni. Juan Carrito non era solo un orso, ma il “simbolo” della sfida relativa alla convivenza uomo-natura. E con il “monello” di mamma Amarena la sfida sembrava a portata di mano, almeno fino al 23 gennaio dell’anno scorso, quando – attraversando la statale 17 nei pressi di Castel di Sangro – Juan Carrito è stato investito. Inutili, purtroppo i soccorsi. Ad investirlo, una Opel Corsa con a bordo tre persone e una donna alla guida. Distrutto il mezzo e sotto choc l’automobilista: “È spuntato all’improvviso”. E all’improvviso si è chiusa tragicamente la favola di Juan Carrito. “Stasera -aveva detto il Presidente del Parco Giovanni Cannata – siamo tutti un po’ più poveri, perché se ne è andato uno di famiglia”.
Juan Carrito era un esemplare di orso bruno marsicano di 150 chili, uno dei quattro gemelli dell’orsa Amarena. Era nato nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise 5 anni fa e in poco tempo diventato l’orso più famoso dei social per via delle sue continue scorribande, nel tempo è stato avvistato nei centri abitati, vicino i ristoranti e perfino alla stazione di Roccaraso. Nel marzo 2023 balzò di nuovo agli onori delle cronache dopo essere stato catturato dal Parco Nazionale della Maiella con il supporto della Regione Abruzzo e in collaborazione con i Carabinieri Forestali. Trasportato nella zona del parco faunistico di Palena, era stato poi rimesso in libertà. In uno degli ultimi avvistamenti, prima di Natale 2023, era stato perfino visto presso il ristorante dello chef stellato Niko Romito.
Purtroppo da lì a qualche mese l’Abruzzo avrebbe perso anche mamma orsa, ma non per un incidente stradale: l’orsa Amarena è stata uccisa con un colpo di fucile a settembre dello stesso anno, a San Benedetto dei Marsi, da un 56enne. Lo scorso 23 dicembre si è aperto il procedimento presso il Tribunale di Avezzano, contro l’uomo che si era autodenunciato ai Carabinieri, ammettendo la sua responsabilità per l’uccisione di animale, giustificando il fatto con la paura avuta nel vedere l’orso nei pressi della sua abitazione nella quale deteneva regolarmente il fucile. Il giudice ha raccolto gli atti di richiesta di costituzione di parte civile delle associazioni animaliste. “Ora auspichiamo la rapida fissazione della data di avvio del processo – commentano LAV, LIPU, LNDC, Salviamo l’orso, Rewilding Apennines e WWF – e che si arrivi a una sentenza di condanna che sia di esempio per tutti coloro che ancora ritengono lecito farsi giustizia da sé in tutti quei casi in cui le attività umane entrano in conflitto con gli animali selvatici”.
Oggi però è il giorno del ricordo per quel “figlioletto vivace” di mamma Amarena e di tutto l’Abruzzo. Un anno fa moriva Juan Carrito, attraversando una strada che collega altri due simboli della regione, il PNALM e il Parco della Majella.
