Angeli del Velino quattro anni dopo, la solidarietà riempie il vuoto: Matteo ricorda Gian Mauro

Angeli del Velino, oggi come fosse ieri. A quattro anni dalla tragedia che portò alla morte i quattro amici escursionisti di Avezzano, Matteo ricorda l’amico Gian Mauro
Angeli del Velino, oggi come fosse ieri.
GLI ANGELI DEL VELINO – “In primavera lungo Valle Majelama si scioglieranno le nevi e spunteranno i fiori. Quanti torneranno sul Velino dovranno guardare quei fiori e portare alla mente i vostri sorrisi. Ora siete lassù, fra le stelle, oltre la cima più alta”.
Quattro anni dopo la tragedia del Velino sembra ancora di sentire le parole dell’allora Vescovo Pietro Santoro, nella sua toccante omelia in Cattedrale dei Marsi, mentre le bare di legno dei quattro escursionisti – Valeria, Gianmarco, Gian Mauro e Tonino – riempivano i piedi dell’altare.
Quattro anni dopo niente è cambiato. Non è cambiato il dolore, il senso di vuoto, non sono cambiate le lacrime.
Ma mentre il tempo passava e la neve si scioglieva, mentre si tornava a salire sul Velino illuminati dalla luce del sole, una fiamma non si è mai spenta, anzi ha continuato ad ardere. È la fiamma del ricordo di quattro anime belle che su quella montagna hanno perso la vita facendo ciò che più amavano.
E nel segno del ricordo, giorno dopo giorno, sono nate nuove radici, annaffiate da chi Valeria, Gianmarco, Gian Mauro e Tonino li ha da sempre portati nel cuore: familiari e amici.
Per questo oggi, 24 gennaio 2025, vogliamo ricordare solo alcuni dei progetti germogliati in memoria di uno degli Angeli del Velino, Gian Mauro Frabotta. Il dolore incanalato sui binari della solidarietà, grazie all’associazione “Gli amici di Frabby”, nata proprio con l’obiettivo di proseguire la volontà di Gian Mauro: fare del bene. “Quest’anno, e sarà il quarto anno consecutivo, offriremo 4 borse di studio da 250 euro agli studenti più meritevoli del Liceo scientifico Vitruvio Pollione di Avezzano, la scuola in cui studiò Gian Mauro – ci spiega l’amico Matteo Buttari,
“I criteri di scelta sono ovviamente legati ai voti più alti riportati dagli studenti, ma si tiene conto anche dell’ISEE delle famiglie dei ragazzi partecipanti. Quest’iniziativa vuole promuovere tra i giovani la volontà e l’impegno nello studio. E vuole, al contempo, spingere i giovani a credere nei loro sogni, proprio come faceva Gian Mauro, che attraverso studio, perseveranza, competenza e sacrificio, aveva raggiunto i suoi obiettivi”.
Fare del bene significa, anche e soprattutto, donare. Per questo, “Con cadenza semestrale, organizziamo appuntamenti presso il Centro trasfusionale dell’ospedale di Avezzano, in sinergia con l’Avis, continuando a portare avanti l’abitudine che avevamo con Gian Mauro, cioè donare il sangue: un gesto molto semplice, ma di primaria importanza”. In ambito sanitario, inoltre, l’associazione Gli Amici di Frabby si è messa in luce per ulteriori iniziative. Ad esempio, lo scorso anno “siamo riusciti a regalare 10 carrozzine per persone con disabilità all’ospedale di Avezzano. Carrozzine che poi il personale ha distribuito tra Pronto soccorso e Reparti, in base alle esigenze. Ma abbiamo in programma di continuare a impegnarci attivamente per sostenere l’ospedale della nostra città. Non ci fermeremo qui”.
Sempre nel ricordo di Gian Mauro, invece, era stato papà Mauro ad annunciare, a maggio 2024 – quando il giovane ingegnere avrebbe compiuto 35 anni – la costruzione di 7 letti a castello presso la casa famiglia Tigawane. E ancora, andando a ritroso, già nel maggio 2022 genitori e amici di Gian Mauro avevano promosso la realizzazione di un suo piccolo sogno, a migliaia di chilometri di distanza. A Balaka, nella zona meridionale del Malawi, era stato riattivato un pozzo d’acqua potabile per il rifornimento di 36 famiglie. Anche attraverso la solidarietà, quindi, la memoria vive.
Ed oggi, quattro anni dopo, l’amico Matteo Buttari lo ricorda così:
“Imparare a vivere senza qualcuno che amavi profondamente è una delle lezioni più difficili che io e i miei amici stiamo affrontando, accanto ai suoi genitori, persone dalla forza straordinaria.
Cerchiamo di trovare il modo di andare avanti, tenendo quell’amore custodito in un posto diverso, dentro il nostro cuore. Guarire dalla sofferenza significa imparare a convivere con il dolore suscitato da quell’amore, senza cancellarlo.
Ci siamo appoggiati gli uni agli altri per affrontare questo sentiero sconosciuto, con la convinzione che il migliore omaggio che potessimo fare a Gian Mauro fosse vivere la nostra vita in modo pieno. Grati per il tempo che abbiamo, ma soprattutto grati per avere avuto Gian Mauro nel nostro tempo, per averlo avuto accanto: fiduciosi che, un giorno, saremo di nuovo insieme”.
Domani, come ieri.