Palestinesi arrestati all’Aquila, spunta comunicato di rivendicazione dell’attentato a Israele

24 gennaio 2025 | 10:01
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Palestinesi arrestati all’Aquila, spunta comunicato di rivendicazione dell’attentato a Israele

L’AQUILA – Nelle chat dei tre palestinesi accusati di terrorismo circolava anche un comunicato di rivendicazione dell’attentato del 7 ottobre a Israele.

L’AQUILA – Nelle chat dei tre palestinesi accusati di terrorismo circolava anche un comunicato di rivendicazione dell’attentato del 7 ottobre a Israele.

Mentre si festeggiano il cessate il fuoco su Gaza e le prime liberazioni di ostaggi israeliani da parte di Hamas, dalle carte dell’inchiesta sui tre presunti terroristi arrestati all’Aquila emergono particolari inquietanti, in particolare dalle chat. Tra queste, una conversazione Telegram in cui viene condiviso un comunicato di rivendicazione dell’attentato del 7 ottobre 2023, che ha scatenato il lungo periodo di crisi che inizia a vedere qualche spiraglio di speranza in questi giorni con gli ultimi accordi. Come scrive Il Messaggero, nelle chat emergono dialoghi anche su possibili obiettivi israeliani da colpire, addestramento e contatti telefonici con i vertici dei gruppi terroristici.
Dei tre palestinesi arrestati all’Aquila, uno è ancora in carcere, mentre gli altri due sono indagati, ma a piede libero, in virtù della decisione del Tribunale del Riesame che aveva annullato per loro le ordinanze di custodia cautelare.
I provvedimenti erano stati emessi nel marzo del 2024 dal gip distrettuale di L’Aquila, su richiesta della procura della Repubblica di L’Aquila – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo in coordinamento con la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, nei confronti di tre cittadini palestinesi, residenti a L’Aquila. Le indagini degli investigatori della Digos dell’Aquila e del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo internazionale della Direzione centrale della Polizia di prevenzione avevano rilevato la costituzione di una struttura operativa militare, denominata “Gruppo di Risposta Rapida – Brigate Tulkarem”, articolazione delle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa”, riconosciuta quale organizzazione terroristica dall’Unione Europea, che si propone il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo, anche contro uno Stato estero.
Per Anan Yaeesh, il 37 enne palestinese rimasto in carcere, pendeva anche una richiesta di estradizione in Israele, respinta dalla Corte d’Appello e poi ritirata dallo stesso governo israeliano.

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