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Omicidio Thomas Luciani, il minorenne che per primo ha colpito Crox andrà a processo

31 gennaio 2025 | 12:42
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Omicidio Thomas Luciani, il minorenne che per primo ha colpito Crox andrà a processo

Esclusa l’ipotesi di incapacità mentale avanzata dai suoi legali, il minore che per primo ha colpito Thomas Luciani con 10 coltellate andrà a processo: ora è imputato insieme ad un altro minorenne per l’omicidio al Parco Baden Powell di Pescara

Ha una personalità anaffettiva, ma non è incapace di intendere come avanzato dai suoi legali. Il minore che per primo ha colpito Christopher Thomas Luciani, lo scorso 23 giugno a Pescara, è imputabile.

Il minorenne che avrebbe sferrato le prime dieci coltellate su Christopher Thomas Luciani, detto ‘Crox’, è imputabile secondo i periti nominati dal Tribunale Minorile dell’Aquila.Personalità anaffettiva e manipolativa, ma capace di affrontare un processo: questa la conclusione della perizia sul giovane, imputato insieme ad un altro minorenne per l’omicidio di Crox, colpito a morte con 25 coltellate lo scorso 23 giugno, nel parco Baden Powell di Pescara, per un piccolo debito di droga. A scriverlo sono ‘Il Centro’ e l’edizione abruzzese de ‘Il Messaggero’.
La relazione del neuropsichiatra infantile all’università di Bologna, Giovanni Camerini, e del professore ordinario di Psicopatologia Forense alla Sapienza, Stefano Ferracuti, incaricati dal Tribunale dei Minori dell’Aquila, sarà discussa il prossimo 17 febbraio in udienza. La sentenza è prevista per il 3 marzo.

Per i periti non è possibile stabilire un nesso di causalità tra la condizione clinica riscontrata e il fatto reato – anche perché – il minore ha dimostrato piena cognizione della situazione giudiziaria nella quale è inserito, ha riconosciuto il ruolo delle parti e discrimina tra le diverse figure nel processo. Esclusa, dunque, l’ipotesi di incapacità mentale avanzata dai suoi legali, il giovane potrà essere processato egiudicato.
Secondo la procura, i due giovani, parte di un branco, avrebbero attirato Crox nel parco per un debito legato alla droga. Il primo aggressore, figlio di un’avvocatessa, avrebbe inferto dieci coltellate alla schiena della vittima, passando poi il coltello all’amico, figlio di un carabiniere, che ha continuato con altre 15 coltellate. Dopo l’omicidio, i due ragazzi sono andati al mare a fare il bagno, scherzando su quanto accaduto.
La procura contesta agli imputati l’aggravante della crudeltà, vista la ferocia dell’azione, e la premeditazione, con uno dei ragazzi che avrebbe portato sul luogo un coltello – quello usato per uccidere il ragazzo – e una pistola, sottratta dalla cassaforte del padre carabiniere. Il coltello non è mai stato ritrovato.