
Tre indagati per il crollo del cantiere a Firenze un anno fa in cui persero la vita 5 operai tra cui un abruzzese. Sequestri in corso anche presso la ditta che costruì la trave.
Tre indagati per il crollo della trave lunga 20 metri in un cantiere per la realizzazione di un supermercato Esselunga a Firenze che il 16 febbraio di un anno fa causò la morte di cinque operai. Questa mattina un provvedimento di sequestro nella ditta abruzzese RDB di Atri, impegnata nel cantiere.
Gli indagati sono il direttore dei lavori strutturali all’interno del cantiere, l’ingegnere Marco Passaleva, l’ingegnere Carlo Melchiorre e Alfonso D’Eugenio, il primo responsabile dell’ufficio calcolo e responsabile tecnico di produzione della società abruzzese con sede ad Atri, Rdb.Ita spa, il secondo legale rappresentante sempre della Rdf.Ita spa. I reati ipotizzati per tutti sono omicidio colposo e lesioni colpose, per Melchiorre anche l’ipotesi di cui all’articolo 434, crollo o altro disastro, in concorso. Lo rende noto la stessa procura. Il procedimento è stato ascritto anche a carico della Rdb.Ita nei cui confronti è stato disposto il sequestro preventivo delle aziende ad Atri. In sostanza in base alle ricostruzioni gli addetti incaricati non avrebbero fatto dovuti calcoli e verifiche sui carichi di trave, armatura e dente. Ci sarebbero dunque stati errori macroscopici che hanno infine causato il crollo del cantiere a Firenze e, di conseguenza, la morte dei 5 operai. Tra le vittime anche un operaio di origini abruzzesi, il teramano Luigi Coclite, 60 anni, che viveva nel Livornese. Il crollo ha causato anche il ferimento di altre tre operai. Coclite era arrivato in cantiere con un camion betoniera. Le altre vittime furono: Taoufik Haidar, 43 anni, Mohamed El Ferhane, 24 anni, Bouzekri Rahimi, 56 anni, tutti marocchini e Mohamed Toukabri, 54 anni, tunisino, che abitavano in provincia di Brescia e di Bergamo.
La procura sostiene in una nota “sia ascrivibile a un errore di progettazione che ha interessato in modo particolare la trave TL309-2P relativa al secondo impalcato dell’edificio in costruzione. Venivano calcolati in modo erroneo i carichi che la trave avrebbe dovuto sostenere e veniva inserito nel relativo progetto un quantitativo di ferro (armatura) non in grado di sostenere tali carichi”. Come spiega sempre la procura, “I fatti diretti a cagionare il cedimento del dente della trave mentre veniva effettuato il getto della cappa collaborante sui tegoli del secondo impalcato, cui conseguiva il crollo di altre cinque travi e dei tegoli che poggiavano su tali travi e da cui derivava il collasso dell’intero solaio del secondo impalcato e il conseguente crollo dei solai sottostanti, sono stati attribuiti da questo ufficio a titolo di dolo, con riguardo al reato di cui all’art. 434 c.p. nei confronti di due indagati, e la ricostruzione è stata convalidata” dal gip, al momento con riferimento a uno solo di essi. E’ stata ipotizzata, altresì, una responsabilità degli indagati per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose plurime con le aggravanti della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro“.

La dinamica del crollo
Per quanto riguarda la dinamica del crollo, dalle prime testimonianze raccolte all’indomani della tragedia dal Corriere fiorentino, nell’inchiesta a cura di Simone Innocenti, era risultato che gli operai fossero impegnati a sistemare la trave nella mensola, al quarto piano della struttura, quando all’improvviso la trave ha ceduto, provocando i crolli a cascata del pilone e dei solai degli altri piani. La trave al centro del crollo è un prodotto industriale che arriva già finito in cantiere e sarà quindi il primo a essere esaminato. Inoltre, sotto la lente degli inquirenti, anche la complessa filiera di appalti e subappalti. La società committente dei lavori è La Villata spa, immobiliare di investimento e sviluppo controllata da Esselunga, con sede a Milano, di cui è presidente l’ex ministro Angelino Alfano. L’impresa esecutrice dei lavori nel cantiere era l’Aep Attività Edilizie Pavesi srl, con sede a Pieve del Cairo (Pavia). La costruzione del nuovo supermercato, nell’area da 10 mila metri quadrati che un tempo veniva utilizzata per rifornire di generi di prima necessità le strutture militari, stava impegnando oltre 30 aziende in subappalto. Nella lista delle aziende notificate alla Asl dal coordinatore della sicurezza ci sono 61 nomi. Oltre la Rdb, la Vangi che fa movimento terra e tante piccole ditte individuali.