Lotta di classe a Roccaraso, cosa si nasconde dietro l’invasione dei napoletani

I tiktoker che creano un bisogno, la faccia ‘trash’ di una Napoli che corre sul ritmo dei social. Dal ‘caso’ Roccaraso analizziamo con Lorenzo Mascioletti un fenonemo che non è nato il 26 gennaio sulle piste da sci.
Sono passati più di 40 anni dal primo e iconico “Vacanze di Natale” di Vanzina, con la signora Covelli indignata “per i cafoni a Cortina”, riferendosi a Mario Brega e famiglia che “co sti prezzi a Ovindoli ce stavo bene ‘ddu mesi”, proletario ma con il sogno di una vacanza da vip.
Dal 1983 al 2025: si cambia location. Questa volta la protagonista è Roccaraso, invasa da turisti campani che sognano una giornata sulla neve ‘low cost’, spinti dall’onda emotiva lanciata da influencer partenopei su TikTok, il social delle masse, dove tutti possono diventare qualcuno. Ma è stata davvero Roccaraso a sdoganare i tiktoker? Ne parliamo con un esperto ‘nostrano’, l’aquilano Lorenzo Mascioletti, founder e amministratore delegato di Hyce, azienda che si occupa di marketing,
Roccaraso non è ‘sbarcata’ sui social il 26 gennaio, insieme ai bus abusivi che con 10/20 euro ti portano sulla neve con colazione e pranzo al sacco, ai cumuli di immondizia e agli slittini realizzati con una busta di plastica. Stando ai dati raccolti solo il mese scorso l’hashtag #Roccaraso ha mosso milioni di interazioni e visualizzazioni. Già il 4 gennaio, un post su TikTok con localizzazione Aremogna segnalava una discreta ressa per raggiungere la meta turistica, con tempi di attesa nel traffico di oltre 3 ore. 800 mila visualizzazioni e un dettaglio: quel giorno in fila non si vedono autobus. Tuttavia c’è una data spartiacque ed è il 26 gennaio: la domenica in cui il comune abruzzese di circa 1400 abitanti è andato letteralmente in tilt per un afflusso di turisti fuori dalla norma o dalle previsioni. Quanto c’entrano Rita De Crescenzo, cresciuta in un quartiere popolare, diventata mamma a 12 anni e balzata agli onori delle cronache internazionali, un milione e passa di follower, o il giovane Antony – tanto per citare gli ultimi in ordine di apparizione – che tra l’altro ha litigato a favore di telecamera con il sindaco di Roccaraso e il deputato Francesco Borrelli? È il posto dove arrivi abbastanza velocemente da Campania, Puglia, Molise e Basilicata. E se c’è neve è letteralmente l’unico posto in cui abbia senso andare dal Sud per un fine settimana o una domenica sugli sci. “Roccaraso vive grazie al turismo campano da sempre – spiega Lorenzo Mascioletti ai microfoni del Capoluogo -. È nata e cresciuta grazie ai soldi portati dalla ‘Napoli bene’ che qui ha acquistato, ha investito, ha scelto di spostare la residenza o i propri interessi commerciali e lavorativi. Non si può dire che questo fenomeno non l’abbiano visto arrivare. Era già arrivato e se n’erano accorti tutti. Il grande ‘talento’ dei tiktoker come Rita De Crescenzo è stato quello di convogliare in un unico calderone sia gli ‘haters’che l’affetto, con i primi ad alimentare le opportunità del secondo, facendone un pubblico che in ogni caso dà spazio e opportunità, seppur aleatorie. Grazie ai tiktoker i napoletani hanno visto che una giornata sulla neve è alla portata di tutti, anche per chi fatica ad arrivare a fine mese. Oggi la località è Roccaraso, ma domani potrebbero essere Cortina o Courmayeur. ‘Guardate quanto è bello, io sto qui, veniteci pure voi’. Una come Rita, che viene vista dai vicini di casa del Pallonetto, da una fetta di napoletani ‘semplici’, ha mostrato agli occhi delle masse quello che fino a poco tempo fa sentivano solo raccontare. Magari a Roccaraso ci erano già stati o ci sarebbero andati, ma a scaglioni e lei, l’influencer, ha creato un bisogno, dando un motivo per andarci subito”.

Qual è quindi la vera Napoli? Un’altra domanda molto frequente sui social e sui media dal 26 gennaio a oggi. È quella dei pittoreschi tiktoker con milioni di follower, dei food blogger che ti spiegano come fare la ‘pasta e patane azzeccosa’, oppure quella “svelata” recentemente dai film di Ferzan Ozpetek, di Eduardo, Titina, Peppino De Filippo e ‘te piace o presepe’, di Sophia Loren o dei libri di Luciano De Crescenzo? Massimo Giletti intervistando proprio Rita De Crescenzo ha detto: “Rita, nemmeno per i 10 anni dalla morte di Pino Daniele è stato concesso questo grande tributo e tu sei sui giornali e le tv di tutto il mondo”. E Rita ha risposto: “Tutto il mondo mi ama, perchè io sono come loro”.
“Il tema è proprio questo – continua Mascioletti – non esiste una scissione dicotomica: la vera Napoli è Sofia Loren e allo stesso tempo è nonna Adele (altra nota tiktoker che prepara 200 casatielli per gli amici a Pasqua, ndr), è Rita De Crescenzo che balla sulle piste da sci, è la musica di Pino Daniele e molto altro. Napoli è tutto questo, ma lo è sempre stato. Sono cambiate solo le richieste, e una come Rita non è la prima che riesce a capire ‘l’angolo di attacco’. Il motivo per il quale ne parlano tutti è perchè sono stati gli stessi napoletani ad averlo fatto, non sentendosi rappresentati da nessuno che non siano i napoletani stessi“. Per Mascioletti, il principio da cui partire è proprio la situazione attuale rispetto a Napoli, per comprendere questo movimento che adesso ruota intorno a un luogo geografico, Roccaraso, “Che è il punto di arrivo e non il punto di inizio. La Campania e il capoluogo di regione in particolare hanno avuto in questi ultimi anni una crescita spaventosa a livello di popolarità sui social, non solo grazie a personaggi che nascono, crescono e ‘muoiono’ ogni giorno. Napoli non ha una barriera di ingresso sui social a partire dai genitori che sognano per i loro figli un mondo ‘patinato’ fatto di profili su Tiktok dove ci sono bambini che cantano, ballano, corrono, ridono, mostrano gli outfit, aspirano ad avere per la festa della prima Comunione il cantante neomelodico più in voga del momento. Mediamente in alcune fasce della popolazione l’insegnamento non è quello di ‘mettersi a studiare’, o ‘trovati un posto fisso’, ma ‘fai il calciatore o il cantante e apriti un profilo’. La città sta godendo di un’enorme crescita di attenzione, è meta da tempo di food e travel blogger famosissimi, poi c’è stato lo scudetto e ancora Geolier a Sanremo che è andato sul palco dell’Ariston e ha ‘spaccato’, colpendo le masse e ha vinto perchè ha cantato in napoletano, portando un’attenzione mostruosa sulla città e sul suo mondo, fatto di quartieri periferici e vissuti difficili”.
Da questo movimento è partito quindi l’assalto. “Da questo successo, praticamente mondiale, nascono i vari soggetti come Rita, Anthony ecc ecc… Il napoletano medio che per una vita si è sentito quasi ‘emarginato’ e fuori dal mondo, culturalmente diverso anche per via del linguaggio non comprensibile a tutti, si è ‘attaccato’ agli idoli locali che parlano la sua lingua che mangiano, vivono e respirano come lui. Agli influencer nati ‘per caso’ non serve fare story telling, o contenuti di qualità o spessore, loro piacciono proprio perchè ‘sono napoletani’, alimentando nel resto del Paese una condizione ‘win-win’, che enfatizza luoghi comuni che, in questa disputa, nessuno ha interesse a frenare. E il motivo principale per il quale i social vinceranno sul resto è perchè hanno creato la scissione perfetta tra chi crea e chi guarda: chi crea è idolatrato e reso ‘perfetto’ e chi guarda aspira ad essere come loro, dopotutto non è una novità, ma accade da quando è stata inventata la televisione. La differenza tra prima e oggi è che adesso tutti o quasi hanno il potere di creare quello che uno vuole vedere e funziona molto di più, basta vedere i numeri. Uno scatto imperfetto, ma ‘normale’, attira molto di più della foto patinata, luccicante, su sfondo bianco. La gente oggi vuole sentirsi come quelli che vede attraverso uno schermo, cerca normalità e empatizza con la mamma che racconta i problemi con la figlia adolescente o con il bambino che sta male, piuttosto che con l’influencer miliardaria che mostra l’ennesima seduta di shopping in ‘MonteNapo’. E sentendosi così vicini ai problemi comuni esposti sui social, se i loro idoli vanno a Roccaraso: ‘bene allora ci vado anche io!'”.
