Breviario n 21, aprite gli occhi

Prosegue il viaggio con Breviario n 21, che vi porterà alla scoperta di voi stessi e di quello che c’è fuori.
Prosegue il viaggio con Breviario n 21, che vi porterà alla scoperta di voi stessi e di quello che c’è fuori.
Intelligenza e amore costituiscono, secondo la beata immagine tradizionale, i due occhi dell’anima, che insieme formano la visione: e in effetti i due occhi lavorano insieme, giacché amore e distacco sono due facce della stessa medaglia, non vi può essere l’uno senza l’altro.
Amore è distacco dal proprio io e dall’utile, oblio di se stesso nella giustizia, nel bene; distacco è amore perché è possibile ricondurre al relativo ogni preteso assoluto solo in rapporto all’assoluto stesso, scartando dunque ogni contenuto determinato, andando sempre verso il più e lasciando il meno.
Questi due elementi: l’amore e l’intelligenza sono il punto di partenza – uniti al distacco sul quale torneremo la prossima volta- per iniziare questo viaggio volto all’Assoluto. Bisogna chiudere gli occhi del mondo per aprire quelli dell’anima, per poter vedere quello che è oltre. Dobbiamo elevare il nostro ragionamento al di la delle cose del mondo tendendo alla loro eziologia.
Ora veniamo al principio. Aprite gli occhi.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio (Gv 1, 1), dato che l’uomo naturale non può penetrarne il significato? E allora, o fratelli, resteremo in silenzio? A che serve leggere se si rimane in silenzio? Che giova a voi ascoltare, se io non spiego? Ma che giova spiegare se non è possibile capire? Come si può entrare all’interno di qualche cosa che non ha tempo, luogo e non è possibile vedere? Ecco, questa è La domanda che dobbiamo porci per iniziare a capire.
Oso dire, fratelli miei, che forse neppure lo stesso Giovanni ci è riuscito: parlò anch’egli come poté, perché era un uomo che parlava di Dio. Ispirato, certamente, però sempre uomo. Ma, siccome, benché ispirato, era un uomo, non ci rivelò tutto il mistero: disse ciò che un uomo poteva dire.
Giovanni era senza dubbio uno di quegli uomini che hanno contemplato la Sapienza stessa, per quanto almeno è concesso al cuore dell’uomo di raggiungere ciò che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò in cuore di uomo.
Abbiamo il dovere di comprendere la nostra esistenza in base a ciò che siamo e potremmo essere, vedere noi stessi in potenza e non realizzati in ciò che siamo ora, solo cosi si può cominciare il viaggio.
Siamo ufficialmente partiti, compagni miei, che vi accolgano i porti del pensiero e che vi si illumini l’anima e si scopra lo spirito.