Univaq, scritta omofoba sulle pareti di Scienze Umane

Apparsa una scritta omofoba e violenta sulle pareti del 4′ piano di Scienze Umane di Univaq. Udu: l’università non può essere un luogo di discriminazione
Un messaggio omofobo e violento è apparso quest’oggi nell’edificio di Univaq che ospita il Dipartimento di Scienze umane, al 4′ piano.
“Gay nei forni!!”. Questo il contenuto della terribile scritta apparsa quest’oggi. “Un episodio che si inserisce in un generale clima di odio crescente nel nostro Paese che non possiamo e non dobbiamo tollerare” scrive in una nota l’Unione degli Universitari, che ha denunciato quanto apparso sulle pareti della Facoltà aquilana.

“Sono state 3.600 le denunce di aggressioni omofobe raccolte da Gay Help Line soltanto nel 2024. La nostra università non può e non deve essere un luogo in cui si lascia spazio alla discriminazione.
Come UdU, ci siamo attivati immediatamente, contattando i tecnici di Biblos per rimuovere la scritta, ma non ci fermiamo qui. La nostra lotta contro l’intolleranza è continua e strutturata. Abbiamo chiesto, e continueremo a chiedere, che l’università adotti misure concrete per prevenire e contrastare ogni forma di violenza e discriminazione con l’istituzione di uno sportello antiviolenza, per supportare chiunque sia vittima di odio e abuso all’interno della nostra comunità.
Non solo, nel deserto attorno a noi su questo tema abbiamo organizzato seminari e momenti di formazione sull’educazione di genere e sull’importanza di promuovere la parità di diritti per tutte e tutti. Crediamo fermamente che solo attraverso la cultura e l’informazione possiamo scardinare gli stereotipi e le convinzioni che alimentano l’odio.
Siamo e saremo sempre al fianco di chi combatte per l’inclusività, il rispetto e la dignità umana. Ogni atto di discriminazione deve essere condannato, e ogni iniziativa che promuova l’uguaglianza, la solidarietà e l’accoglienza troverà sempre in noi un supporto.
Univaq deve essere un luogo dove ognuno può sentirsi al sicuro, rispettato e libero di essere se stesso. Non faremo passi indietro, e continueremo a lottare affinché la nostra università sia un luogo di accoglienza e inclusività per tutte e tutti, senza distinzione”