Roccaraso e i tiktoker, come gli influencer hanno cambiato la comunicazione

14 febbraio 2025 | 07:52
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Roccaraso e i tiktoker, come gli influencer hanno cambiato la comunicazione

Il caso Roccaraso ha acceso le luci sulla figura dei tiktoker e sul ruolo degli influencer nell’epoca della comunicazione digitale. Per Roccaraso l’invasione turistica e i conseguenti disagi rappresentano un danno d’immagine o un’opportunità?

Il caso Roccaraso, finito alla ribalta nazionale ed internazionale, ha acceso le luci sulla figura dei tiktoker e sul ruolo degli influencer nell’epoca della comunicazione digitale. Per la località abruzzese, l’invasione turistica e i conseguenti disagi rappresentano un danno d’immagine o un’opportunità?

Il caso Roccaraso al centro della puntata speciale di Grandangolo. La nuova frontiera della comunicazione digitale, il ruolo degli influencer e la mancanza di strategia nella gestione turistica di Roccaraso sono i temi trattati da tre esperti nel campo della comunicazione.
Tiktok chiama, la gente risponde: così le immagini dei bus in coda a Roccaraso fanno il giro del mondo e il caso finisce anche sulla CNN.
In che direzione stiamo andando?

Il primo a rispondere è Guido Capanna Piscè, Sociologo della comunicazione all’Università Urbino “Cinque milioni di persone si dichiarano creator, quindi hanno a che fare con gli strumenti che le grandi piattaforme digitali mettono a disposizione di chiunque. Di conseguenza si sta riscrivendo il filone dell’informazione: lo vediamo con le stesse professionalità legate al mondo del giornalismo. Avere 50 milioni di creator vuole anche dire che queste persone potrebbero passare al ruolo di influencer, visto che ci sono grandi agenzie mondiali particolarmente interessate a queste figure. Nel caso specifico dell’overtourism a Roccaraso bisognerebbe capire se ci sia stato lo zampino di qualche grande impresa internazionale, o se sia stato solo un caso, comunque legato alla figura degli influencer”.

Michele Russo, esperto di comunicazione e titolare della società Mirus comunicazione, ha aggiunto: “Nonostante il danno reputazionale che forse può aver colpito il nostro territorio, questo fenomeno va a dimostrare gli effetti che può avere la comunicazione subìta rispetto ad una comunicazione gestita. Guardando Roccaraso, manca il posizionamento del territorio, così come manca una strategia: di conseguenza si è maggiormente esposti a questi rischi e l’overtourism finisce per essere tradotto soltanto attraverso il racconto di disagi, caos e disorganizzazione”. 

Lorenzo Mascioletti, titolare dell’Agenzia di Comunicazione e Marketing Hyce, evidenzia: “Questa vicenda ha portato alla luce un qualcosa che non possiamo considerare futuro, ma che è parte attiva del nostro presente. Cioè che gli influencer sono i nuovi ‘canali di comunicazione’. Si chiamano influencer, del resto, per un motivo: hanno potere e influenza sulle masse. In questo caso specifico, il fatto che l’invasione turistica abbia riguardato napoletani ha fatto sì che il caso diventasse ancor più forte da un punto di vista mediatico, poiché Napoli è molto attenzionata dagli influencer e nel contesto napoletano gli influencer sono considerati come figure assolutamente strategiche”.

“Così come è stato per Chiara Ferragni, che ha portato tantissimi Under25 a visitare gli Uffizi, Rita De Crescenzo – ha aggiunto Mascioletti – è stata protagonista di una vera e propria chiamata all’azione. Roccaraso a Napoli era già sentita e risentita, non è stata lei a farla conoscere. Al contrario, lei ha dato un input affinché si andasse a sciare a Roccaraso in quel determinato momento”. 

L’informazione è cambiata?
Ad essere cambiati, secondo Piscè,“sono i mezzi di comunicazione e non la comunicazione stessa. Un tempo bisognava accendere la tv, magari seduti in salotto. per tenersi aggiornati. Oggi, invece, gli strumenti di comunicazione li portiamo con noi h24. Inoltre, si tratta di strumenti e canali che hanno avuto un’incredibile evoluzione digitale. Prima c’erano i blogger, quindi sono arrivati gli influencer, i tiktoker e così via. Pensando proprio a Instagram, soni nati i cosiddetti luoghi instagrammabili, come appunto Roccaraso o come lo è la vetta del Gran Sasso d’estate. Quando un luogo diventa instagrammabile ha due peculiarità: da un lato può arrivare in tutto il mondo molto velocemente, dall’altro lato tutte le fotografie che il social offre di quel luogo sono sostanzialmente identiche tra loro”. 

È qui, allora, che entra in gioco la capacità dei territori di saper gestire il fenomeno attraverso una programmazione strategica.
“Ad esempio, si vuole puntare sugli influencer? Allora bisogna decidere da quali influencer farsi rappresentare”, precisa Russo ai microfoni di Grandangolo. “Tornando al caso specifico del fenomeno Roccaraso, parliamo di una stazione efficiente in cui gli operatori fanno funzionare bene le piste e il sistema ricettivo in generale, dunque ci sono lavoro e impegno per una corretta riuscita dell’accoglienza turistica e per un’ottima immagine del prodotto. Ma come posizioniamo questo prodotto? Come lo facciamo conoscere? Roccaraso è una stazione sciistica ben organizzata, ma esposta: non ha una strategia turistica definita o un suo posizionamento. Quali turisti attrarre? Come? Con quale linguaggio? Che prezzi e proposte offrire? Personalmente, ritengo che il problema non sia stato il fatto che siano circolate immagini dei bus in coda, quanto che la domenica seguente sul mondo del web siano circolate immagini sull’animazione sguaiata all’interno di una baita. A quel punto, mi chiedo: siamo sicuri che Roccaraso abbia subito quel fenomeno e non lo abbia cercato da sé?”. 

La puntata