Caro energia, bollette da 40mila euro per la piscina dell’Aquila

Il caro energia fa schizzare alle stelle le spese delle piscine, compresa quella dell’Aquila. Le richieste alle istituzioni per non finire in ginocchio
Caro energia, l’aumento dei costi in bolletta è detonatore ancora una volta, come negli anni scorsi, di gravi problemi per gli impianti natatori, all’Aquila e in Abruzzo come nel resto d’Italia. La piscina comunale del capoluogo regionale, riaperta nel settembre scorso dopo un anno di lavori, ha dovuto fare fronte nel solo mese di dicembre, per il gas e l’elettricità, a bollette rispettivamente di 29mila e di novemila euro.
I gestori sono preoccupati perché il caro energia (si registrano valori di almeno 5 volte superiori al periodo pre COVID) produce difficoltà maggiorate in impianti che sono per definizione energivori. Gianni Benevieri, presidente della Rari Nantes che gestisce la piscina comunale all’Aquila, al Capoluogo sottolinea che “il caro energia è un problema molto grande per noi, perché l’impianto consuma tantissimo: è molto ampio e in alcuni punti l’acqua è molto alta, il che naturalmente aumenta i costi per il riscaldamento. In tutta onestà di fronte a spese del genere è difficile andare avanti”.
Tanto più se ai costi alle stelle per l’energia si sommano epidemie di influenza particolarmente acute che, tra dicembre e gennaio, hanno falcidiato la quota di iscritti alla scuola nuoto alla piscina comunale dell’Aquila. Benevieri sottolinea “la nostra è una situazione estrema, ma è evidente che pure altri non possono che trovarsi in difficoltà. Non sono abituato a piangere ma a dire le cose come stanno e di fronte questa situazione credo un intervento delle istituzioni sia doveroso. Dovrebbero prendere in considerazione la questione cercando di fare il possibile”.
Le piscine in Abruzzo sono trenta, la stima è di 45mila utenti istcritti. La questione del caro energia, e la richiesta di interventi pubblici, è all’attenzione degli organismi associativi di livello nazionale, come la Congepi, la Confederazione dei gestori delle piscine. Nazzareno Di Matteo della Pinguino Village di Avezzano fa parte del direttivo nazionale. Dice al Capoluogo: “La situazione è molto critica per le piscine e le famiglie, la politica non sembra considerare questo problema, che risulta sottovalutato. Le piscine, che accolgono 5 milioni di italiani, svolgono un ruolo importante nel benessere del Paese. Studi accreditati dimostrano come un euro destinato allo Sport produca un risparmio ospedaliero di almeno 5 euro. Congepi si è impegnata a portare la questione energetica all’attenzione a tutti i livelli”.
Congepi chiede contributi a fondo perduto e finanza agevolata per interventi di efficientamento energetico dell’impiantistica sportiva, conto termico accessibile direttamente ai gestori (e non solo alle PA proprietarie degli immobili), riconoscimento normativo delle società di gestione di impianti natatori come imprese energivore, così da poter accedere agli sgravi previsti per le stesse.
“Senza questi provvedimenti – sottolinea il presidente Luca Bosi – ci vedremo costretti ad attivare uno stato di agitazione con provvedimenti drastici, che passano da un abbassamento delle temperature di acqua e ambienti sino a chiusure temporanee degli impianti”.
Tra le altre questioni avanzate la necessità di trovare una composizione normativa definitiva al tema, prorogato al 2026, dell’esenzione IVA (per la quale si propone l’applicazione dell’IVA al 5 per cento su tutte le attività che si praticano presso gli impianti) e l’introduzione della detrazione fiscale per chi fa pratica sportiva, con un tetto di 250 euro. Si chiedono anche sostegni alle Regioni, attraverso un fondo dedicato alle imprese e bonus alle famiglie.
