Suicidio assistito in Abruzzo, la legge riparte dalla Commissione

Riparte la discussione nel Consiglio regionale d’Abruzzo sulla proposta di legge sul suicidio assistito dopo il sì della Toscana. La questione della competenza nazionale o regionale
Suicidio assistito in Abruzzo, ripartenza in Consiglio regionale. Oggi in Commissione Salute era prevista l’audizione dell’assessore Nicoletta Verì, ma è stata rimandata visto che è arrivata a seduta chiusa. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Massimo Verrecchia ha chiesto agli uffici se l’argomento al centro della proposta di legge sia o meno di competenza regionale.
Audito l’avvocato Roberto D’Andrea dell’associazione Luca Coscioni, che ha sottolineato, dice al Capoluogo, che “la proposta di legge non introduce nuovi diritti, ma si limita a definire tempi e procedure per attuare la sentenza 242 del 2019, che è rimasta senza seguito, visto che il Parlamento non ha legiferato. Introduce inoltre una Commissione multidisciplinare per verificare i requisiti dettati dalla Corte costituzionale, ovvero se ci sono condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito”.
L’approvazione nei giorni scorsi di una proposta analoga in Toscana – anch’essa come quella depositata in Abruzzo e in altre regioni preparata dall’associazione Coscioni nell’ambito della campagna “Liberi Subito” – ha riacceso il dibattito anche nella nostra regione, dove la proposta era ferma dopo che nello scorso giugno il Consiglio l’aveva rimandata in Commissione per ulteriori approfondimenti. I consiglieri abruzzesi hanno tempo fino al 26 giugno per esprimersi, ed eventualmente dotare l’Abruzzo di un dispositivo che regolamenti l’accesso al fine vita: il testo di partenza è lo stesso su cui si è espresso, con l’approvazione e il corredo di alcuni emendamenti, il Consiglio regionale toscano.
La pregiudiziale avanzata da Verrecchia agli uffici del Consiglio si basa sulla richiesta se spetti alla Regione o allo Stato legiferare in materia. Gli stessi uffici hanno preso tempo, in attesa della scelta del governo, che ha tempo sessanta giorni per decidere di dichiarare di competenza nazionale la legge toscana e quindi impugnarla alla Corte costituzionale. D’Andrea al riguardo non ha dubbi: “Per noi è una materia sanitaria e quindi rientra in quella di competenza concorrente, la cui applicazione spetta alle Regioni”. Il presidente della Commissione, Paolo Gatti, al Capoluogo dichiara: “Avremo modo di chiarire sia i contenuti della proposta, visto che ci sono molte richieste di audizioni, e anche il dato giuridico della competenza regionale o nazionale”. Dalla consigliera del Movimento Cinque Stelle Erika Alessandrini un appello alla condivisione: “Invito i colleghi del centrodestra a considerare le istanze dei cittadini e le evoluzioni del dibattito nazionale. È il momento di superare le divisioni ideologiche e lavorare insieme per una legge che rispecchi la volontà popolare e tuteli la dignità della persona”.
