Univaq, presidio degli studenti contro l’omofobia: È l’ora dei fatti

18 febbraio 2025 | 12:47
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Univaq, presidio degli studenti contro l’omofobia: È l’ora dei fatti

Organizzato il presidio davanti al Rettorato per denunciare la scritta omofoba apparsa in UnivAq. Con lo slogan “È l’ora dei fatti”, gli studenti invitano alla partecipazione non solo la comunità universitaria, ma anche la cittadinanza. 

Univaq, domani, 19 febbraio, il presidio degli studenti contro l’omofobia: “È l’ora dei fatti”.

Domani, 19 febbraio, alle ore 15.00, si terrà un presidio a Piazza Santa Margherita, davanti al Rettorato dell’Università degli Studi dell’Aquila. L’Unione degli Universitari ha indetto la manifestazione per denunciare la scritta omofoba e violenta apparsa sulle pareti del Dipartimento di Scienze Umane e per chiedere misure concrete contro l’omofobia e la violenza di genere all’interno dei luoghi di formazione.

Come si legge nella nota:Servono piani strutturali di educazione affettiva nei luoghi dell’istruzione. Vogliamo che l’università promuova azioni concrete contro l’omobitransfobia attraverso l’organizzazione di eventi, seminari, workshop e campagne informative continuative. Ribadiamo inoltre, come affermiamo da diverso tempo, l’importanza di istituire uno sportello antiviolenza in università dedicato alle persone vittime di discriminazione, violenza o abusi, garantendo che tale sportello sia visibile, accessibile e disponibile per tutti gli studenti e studentesse che necessitano di supporto.”

Gli studenti invitano non solo i loro colleghi e docenti, ma anche la cittadinanza a partecipare, per ribadire insieme il diritto a un’università che sia davvero inclusiva e sicura per tutte e tutti.

Il gesto che ha suscitato indignazione è la scritta omofoba apparsa il 10 febbraio al Dipartimento di Scienze Umane, che ha immediatamente portato all’apertura di un’inchiesta. La Digos è intervenuta sul posto per i rilievi del caso. Rimossa la scritta, sono state avviate le indagini, raccogliendo testimonianze tra gli studenti presenti. Il rettore Edoardo Alesse e diverse forze politiche hanno condannato l’accaduto. Tuttavia, gli studenti chiedono misure concrete per garantire che l’Università sia un luogo sicuro e inclusivo, in cui ogni forma di discriminazione venga fermamente contrastata.