Caro energia, le bollette salgono ma gli stipendi scendono

Caro energia, le bollette rischiano di diventare insostenibili per famiglie e imprese. Intanto, le buste paga si abbassano: di quanto e perché?
Il caro energia rischia di diventare insostenibile per famiglie e imprese. Il Governo corre ai ripari contro il caro energia. Intanto, però, le buste paga si abbassano: perché?
CARO ENERGIA – Dopo il passaggio definitivo al mercato libero, si torna ancora una volta a fare i conti con il caro energia che ha già fatto gridare all’allarme artigiani e imprese. Assoutenticalcola che le tariffe del gas sono più alte del 21% rispetto allo scorso anno: una spesa annua «più cara di 309 euro a famiglia» e una situazione «che rischia di peggiorare nelle prossime settimane se i rincari sui mercati proseguiranno a questi livelli». Il rischio di rincari potrebbe vanificare il contenimento dell’inflazione, scesa da picchi del 12% dopo la crisi energetica a un livello vicino all’1%.
Inoltre, secondo l’Osservatorio Confcommercio Energia (OCEN), (link ai dati completi in pdf)i dati di febbraio 2025 mostrano un peggioramento dell’impatto del caro energia sulle imprese italiane del terziario. A gennaio 2025, infatti, la bolletta elettrica per queste aziende è aumentata del 24% rispetto allo stesso mese del 2024 e del 56,5% rispetto al gennaio 2019, cioè prima della pandemia e della crisi energetica. Da notare che, a gennaio 2024, il divario rispetto al 2019 era meno della metà: solo un 26% in più. I settori più penalizzati risultano gli alberghi e le grandi superfici di vendita, che a gennaio 2025 hanno pagato l’energia elettrica il 25% in più rispetto a gennaio 2024 e fino al 58% in più rispetto al 2019, sostenendo bollette mensili fino ad oltre 7.000 euro a gennaio 2025 per gli alberghi e quasi 6.000 euro per le grandi superfici.
I negozi alimentari sono la categoria con la spesa media annua totale per energia elettrica più alta (2,4 miliardi di euro totali, pari a 19.000 euro pro capite distribuiti su 125.000 unità per l’energia elettrica); mentre la categoria degli alberghi di medie dimensioni risulta quella con la più elevata spesa media pro-capite: 64 mila euro annui di energia elettrica per esercizio, distribuiti su circa 8.000 unità. I dati risultano ancora più penalizzanti per le imprese se si pensa ai risvolti sulla competitività con l’estero, soprattutto con riferimento ai prezzi dell’energia elettrica, la cui varianza tra paesi è dettata, oltre che dal costo della materia di prima, anche dai sistemi di contrattazione e dalla differente composizione dei mix di produzione energetica: in Italia particolarmente caratterizzata dalla robusta presenza di gas.
Rincari che risultano ancor più pesanti in vista dell’alleggerimento della busta paga in questo inizio 2025.
Ad eccezione dei redditi al di sotto degli 8500 euro, infatti, e per quelli tra i 35 e i 50mila euro, nel cedolino di gennaio tutti gli altri redditi troveranno qualche decurtazione. Perché? Per effetto della trasformazione del cuneo da contributivo a fiscale, nonché dell’applicazione delle nuove detrazioni nella Legge di Bilancio. Le perdite calcolate nella simulazione del quotidiano Italia Oggi vanno da 5 a 96 euro, che saranno sottratti a chi percepisce una retribuzione annua lorda dai 10mila ai 35mila euro. Il dipendente che guadagna 25 mila euro di stipendio lordo annuo subirà un taglio di 96 euro, pari a 7 euro al mese sulle 13 mensilità. Chi ne prende 10mila, invece, avrà 16 euro in meno, mentre ne perderà 24 chi ne guadagna 15 mila. Perde 5 euro chi guadagna 23mila euro, mentre le buste paga di chi percepisce 27mila euro avranno in totale 15 euro in meno, che diventano 42 per chi ne prende 30mila e 27 per chi ne guadagna 35 mila.