Rinviati a giudizio i tre palestinesi accusati di aver pianificato attentati

Rinviati a giudizio i tre palestinesi a L’Aquila. L’accusa è di aver preparato attentati
Il Tribunale dell’Aquila ha deciso, al termine dell’udienza preliminare, di rinviare a giudizio non solo Anan Yaeesh ma anche Ali Irar e Mansour Dogmosh, gli altri due palestinesi accusati in concorso di aver pianificato attentati terroristici.
Lo rende noto il comitato ‘Free Anan’ presente nel capoluogo con un presidio sin da questa mattina. Il comitato si dice pronto a organizzare nuovi momenti di mobilitazione per ‘tenere alta l’attenzione sul caso.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere era stata stata emessa a marzo scorso dal gip distrettuale di L’Aquila, su richiesta della procura della Repubblica di L’Aquila – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo in coordinamento con la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Le indagini degli investigatori della Digos di L’Aquila e del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo internazionale della Direzione centrale della Polizia di prevenzione avevano accertato la costituzione di una struttura operativa militare, denominata “Gruppo di Risposta Rapida – Brigate Tulkarem”, articolazione delle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa”,(riconosciuta quale organizzazione terroristica dall’Unione Europea), che si propone il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo, anche contro uno Stato estero.
“Questa decisione arriva nonostante la Corte di Cassazione e il Tribunale dell’Aquila avessero già ordinato la scarcerazione di Irar e Dogmosh lo scorso anno, ritenendo insufficienti gli elementi a sostegno delle misure cautelari”. Così, il comitato spontaneo ‘Free Anan’ commenta il rinvio a giudizio dei tre palestinesi dopo l’udienza con il Giudice per l’udienza preliminare Guendalina Buccella.
Tra le accuse a carico dei tre ci sarebbe anche una presunta implicazione anche con atti terroristici importanti in qualche modo legati ai fatti del 7 ottobre 2023.
Circostanze da sempre escluse dalla linea difensiva che ha sempre fatto riferimento ad attività di resistenza ritenute legittime poiché esercitate in territori militarmente occupati.
“Per noi – scrivono ancora dal comitato in un messaggio divulgato attraverso i social – resta importante tenere alta l’attenzione sul caso e riaffermare la solidarietà al popolo palestinese e al suo diritto a resistere”.