Dopo il picco di influenza è emergenza polmoniti

27 febbraio 2025 | 08:56
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Dopo il picco di influenza è emergenza polmoniti

È emergenza polmoniti: dopo il picco dell’influenza di stagione, tanti ricoveri e reparti in affanno. L’intervista del Capoluogo al professore Alessandro Grimaldi.

In queste settimane, come accade spesso durante l’inverno, gli ospedali sono stati in affanno a causa del picco influenzale che ha colpito milioni di italiani. Superata la fase acuta, si è registrato un aumento degli accessi al Pronto Soccorso per pazienti gravati da sindromi simil-influenzali con complicanze a livello respiratorio e polmoniti. “Usare il vaccino, quello anti influenzale, è la soluzione per arginare la ‘tempesta’ causata dai vari virus respiratori che, soprattutto sui bambini e sui fragili può creare complicanze difficili da gestire”,  spiega, sentito dal Capoluogo, il professore Alessandro Grimaldi, presidente dell’Ordine dei Medici dell’Aquila, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore e docente della stessa materia presso l’ateneo aquilano, capo dipartimento di Medicina della Asl 1.

Il professore Alessandro Grimaldi eletto di recente – è la prima volta per un aquilano – nel comitato centrale FnomCeo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), in questi giorni di picco sta cercando di far fronte al numero in ascesa di pazienti che necessitano il ricovero presso il suo reparto. “Le polmoniti – chiarisce – non vanno sottovalutate. Sapevamo dell’arrivo di queste complicanze, anche se Ii picco ha tardato ad arrivare, ma è normale in questa stagione. Per fortuna andiamo verso la fase discendente e il quadro epidemiologico generale dovrebbe migliorare, stando ai dati regionali, ma anche su base nazionale”.

Gli ultimi dati del sistema di sorveglianza RespVirNet dell’Istituto superiore di Sanità registrano 973mila casi contro il milione e 21mila della settimana scorsa. Da inizio stagione sono stati colpiti dai virus respiratori oltre 9,8 milioni di italiani, numeri alti, ma che difficilmente raggiungeranno il record della stagione precedente quando furono oltre 14,6 milioni le persone messe a letto dalle complicanze dell’influenza di stagione. In questi giorni tra le persone colpite da polmonite anche Papa Francesco, da giorni ricoverato presso il Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale.

La diffusione dei virus si è amplificata anche perchè negli ospedali – e l’Abruzzo non ne è stato immune –  spesso i pazienti sono stati trattenuti nelle aree adiacenti al Pronto soccorso anche per giorni in attesa di trovare un posto in reparto. In ogni caso, chi ha avuto maggiormente bisogno di cure mediche specialistiche e quindi del ricovero, sono stati i fragili, i bambini, gli anziani o persone già gravate da pregresse patologie legate all’apparato respiratorio. L’incidenza più forte, per quanto riguarda la media del Paese, ha riguardato anche le fasce di età pediatrica, soprattutto nei bambini sotto i 5 anni di età, in cui è pari a 43,6 casi per mille assistiti. In ogni caso bisogna prestare attenzione: Sono virus subdoli, che possono gravare anche su fisici giovani, soprattutto quando si manifestano in tutta la loro aggressività, provocando dispnea, fiato corto, anche in assenza di febbre”, continua il professor Grimaldi.

polmoniti

A preoccupare in ogni caso è l’impatto del virus e della polmonite sulle fasce più fragili, quindi anziani e bambini. Per il professor Grimaldi, in ogni caso – come per tanti suoi colleghi alle prese con il sovraccarico di queste settimane – resta fondamentale – quanto acclarato durante la pandemia – “È necessaria, a inizio stagione, una maggiore e consapevole copertura vaccinale, soprattutto nei pazienti fragili, per evitare complicanze che su alcune tipologie di pazienti possono rivelarsi letali“. Per quanto riguarda invece il ricorso ai farmaci, l’assunzione deve avvenire sotto stretto controllo medico, soprattutto per quanto riguarda gli antibiotici, il cui abuso può provocare una crescita della resistenza dei batteri agli antibiotici stessi”, conclude.

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