L’analisi sullo striscione choc al Cotugno, la coscienza passa attraverso lo studio della storia

27 febbraio 2025 | 15:44
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L’analisi sullo striscione choc al Cotugno, la coscienza passa attraverso lo studio della storia

La strumentalizzazione del passato per un “like” in più. Lo striscione choc comparso al liceo Cotugno. L’analisi di Flavio Colacito, docente e giornalista.

“Quanto accaduto presso il Liceo Cotugno a L’Aquila, con uno studente immortalato su una foto, poi diffusa via social, intento a esporre uno striscione recante la scritta “Antifascismo=Mafia”, è chiaramente lo specchio di quanto sta succedendo in questi anni a livello socio-politico nel mondo”. Lo afferma Flavio Colacito, psicopedagogista, giornalista, dottore di ricerca in Medicina preventiva e Sanità Pubblica.

Il nostro tempo sembra caratterizzato dal concetto di spettacolarità, sfrontatezza, mezzi per rendersi protagonisti in un mondo dove alle idee, quelle vere, basta sostituire ruoli di facciata che facciano leva sui bisogni di rivalsa delle persone comuni contraddistinte da mancanza di senso critico, quindi ricattabili e condizionabili. Chi conosce il mondo della scuola, sa bene quanto questa debolezza di fondo incida sulle giovani menti facilmente condizionabili, sui soggetti a rischio che magari vivono in condizioni di deprivazione affettiva ed educativa, dove spesso manca quel rapporto dialogico che aiuti a crescere più sicuri e consapevoli. Attualmente i temi legati al fascismo o all’antisemitismo stanno tenendo banco in vari dibattiti e talk show televisivi, spesso diventando aspro terreno di scontro in ambito politico senza avere una reale cognizione di ciò che storicamente hanno rappresentato: è come se le grandi vicende del passato, servissero da pretesti per manifestare forme di violenza verbale che si fondano su bassi sentimenti di rabbia e rancore, nel vano tentativo di esorcizzare frustrazione e disadattamentoi.
Il vero “nemico” della società è da sempre l’ignoranza e la banalizzazione dei corsi e ricorsi della storia come lo stesso filosofo Gianbattista Vico ci ha insegnato in pieno illuminismo. Se la storia debba essere veramente maestra di vita, questo dipende solo dalla comunità educante che ha il compito delicato di sensibilizzare le giovani generazioni all’utilizzo corretto della ragione e del senso critico, partendo dalla famiglia e dalla scuola.
Tuttavia è necessario che, partendo dai programmi ministeriali, materie come la storia, l’educazione civica e la filosofia ricoprano un ruolo centrale nella formazione del cittadino, sdoganando la vecchia concezione che, per avere una coscienza sul passato, basti leggere un semplicemente un manuale o, peggio ancora, non fare neanche quello nella convinzione che lo studio del passato sia inutile, vista la centralità del presente”. 

Antifascismo uguale mafia, striscione choc al Cotugno

“Ci sono insegnanti che si impegnano quotidianamente nella formazione delle nuove generazioni in modo imparziale, offrendo spunti di riflessione storica che possano contribuire ad allontanare la deriva relativista tipica delle società in crisi d’identità, facendo comprendere ai ragazzi che il male ha molti volti in grado di mimetizzarsi tra schemi ideologici differenti e accomunati da un unico elemento: l’estremismo.
Ovviamente il compito degli insegnanti, talvolta ostacolato da chi non crede nel fatto che il vero sale della vita sia la consapevolezza, appare oggigiorno delicato e difficile, tanto di più se si rende carente la formazione riguardante i temi storici con l’effetto di rendere vulnerabili le coscienze degli stessi studenti, i quali appaiano ricattabili ed inclini ad atteggiamenti aggressivi, violenti o forzatamente plateali, ingigantiti dall’effetto domino dei social. Questo è facile ritenere sia alla base della provocazione avvenuta in quell’aula del Cotugno: un utilizzo di temi e parole ad effetto con l’obiettivo di creare un caso mediatico in grado di moltiplicare una serie di reazioni di sdegno o apprezzamento a seconda della sensibilità di chi legge e che, come è giusto che sia, ha visto la dirigente prendere le distanze dato il tradizionale senso di accoglienza e rispetto che vanta l’istituzione scolastica aquilana. Una cosa appare evidente: la strumentalizzazione del passato per un “like” in più”.