Univaq, taglio alle collaborazioni studentesche, meno contratti e compensi ridotti

28 febbraio 2025 | 09:16
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Univaq, taglio alle collaborazioni studentesche, meno contratti e compensi ridotti

Meno contratti e compensi ridotti per le collaborazioni studentesche in Univaq, una misura che colpisce gli studenti più bisognosi di supporto per far fronte alle spese universitarie.

L’Università degli Studi dell’Aquila ha tagliato 100mila euro dai fondi destinati alle collaborazioni studentesche, riducendo i contratti da 372 a 300 e abbassando il compenso per 150 ore di lavoro da 1.074 a 999 euro. Ciò significa meno opportunità per gli studenti e una retribuzione oraria che scende a 6,66 euro, colpendo una delle poche forme di sostegno diretto agli studenti più vulnerabili.

Le collaborazioni studentesche sono da sempre un sostegno economico fondamentale per molti studenti, permettendo loro di lavorare all’interno dell’Ateneo aquilano senza sacrificare il tempo dedicato allo studio. Oltre al prezioso supporto finanziario, questi contratti offrono un’opportunità concreta per acquisire esperienza lavorativa e sviluppare competenze utili per il futuro professionale. Il taglio dei contratti di collaborazione studentesca di UnivAq si inserisce in un contesto più ampio, segnato dalla riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), che ha avuto un impatto significativo sugli atenei del Centro Italia. Nel 2024, infatti, le università hanno registrato una perdita complessiva di oltre 41,7 milioni di euro, con un taglio dell’8% rispetto all’anno precedente. Il rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, Edoardo Alesse, ha già sottolineato in passato come tali riduzioni abbiano reso difficile mantenere i servizi e reclutare nuovo personale, costringendo l’Ateneo a compiere scelte difficili. Altri rettori delle università del Centro Italia, insieme a Alesse, avevano chiesto un intervento urgente del governo per ristabilire i fondi necessari e evitare il rischio di un collasso del sistema universitario pubblico.

Sebbene queste misure possano sembrare inevitabili in un momento di difficoltà economica, il rischio di un progressivo impoverimento dell’offerta accademica e del sostegno agli studenti più vulnerabili è concreto. Il sistema universitario pubblico si trova ora a dover fare i conti con una situazione che, se non affrontata con soluzioni tempestive e adeguate, potrebbe compromettere gravemente l’accesso e la qualità dell’istruzione per le future generazioni.