Ticket visite non disdette, Asl1 L’Aquila: Gli avvisi vanno pagati

Ticket visite non disdette Asl1, slitta la Commissione Vigilanza. Intanto, in Commissione Salute l’azienda ribadisce: “I ticket vanno pagati”.
Ticket visite non disdette Asl1, slitta la Commissione Vigilanza che era in programma domani, 6 marzo, per impegni del manager. In Commissione Salute l’azienda sanitaria ribadisce: “I ticket vanno pagati”.
Sono circa 150mila gli avvisi di pagamento per visite Asl1 non disdette, molti risalgono anche a 10 anni fa. Non solo, perché i ticket stanno tuttora continuando ad arrivare agli utenti dell’Azienda sanitaria aquilana. Sul caso, cercherà di fare chiarezza la Commissione Vigilanza, che avrebbe dovuto tenersi domani, giovedì 6 marzo, per ascoltare il manager Asl1 Ferdinando Romano, ma che per “impegni inderogabili” del Dg slitterà. A quando? Presumibilmente al 20 marzo, ma la nuova data non è ancora stata stabilita. Ricordiamo che gli avvisi di pagamento sono stati inviati dall’Agenzia delle Entrate a chi non ha disdetto prenotazioni di visite specialistiche che, in realtà, non sono mai state effettuate. La segnalazione e la richiesta di una convocazione della Commissione Vigilanza sono arrivate dalla Cgil, che ha fatto riferimento ad un presunto equivoco nato dal fatto che le disdette delle visite derivassero, in molti casi, da una procedura che consentiva la semplice comunicazione di disdetta verbale.
Nella giornata di ieri si è riunita, intanto, la Commissione Salute del Consiglio regionale, presieduta dall’avvocato Paolo Gatti. Alla seduta ha preso parte il Dg Romano per affrontare, in particolare, i casi legati alla questione della RSA di Montereale e alla vertenza che vede l’azienda sanitaria coinvolta con la ditta di manutenzione degli ospedali. Durante la seduta è arrivata anche la sottolineatura sul caso dei ticket delle visite non disdette:“Le mancate disdette vanno pagate”, ha ribadito l’Azienda sanitaria.
Nel mentre, in attesa di poter ascoltare quindi maggiori chiarimenti del manager proprio sul caso degli avvisi di pagamento – chiarimenti dunque ancora una volta rimandati – continuano ad arrivare ricorsi da parte dell’utenza. Uno di questi, annunciato dall’avvocato Carlotta Ludovici, riguarda un caso di violazione della privacy da parte della ASL1 di L’Aquila. Una cittadina aquilana, infatti, è stata vittima di un vero e proprio scambio di persona al CUP aquilano. La vicenda prende le mosse quando la persona coinvolta è stata contattata, qualche giorno fa, da una donna, la quale recatasi presso il CUP per ritirare la prenotazione di una mammografia per sua figlia, fissata al 21.02.2025, si è vista consegnare il documento di prenotazione con i dati della denunciante. In particolare, sul documento in questione figuravano i dati anagrafici, il tipo di intervento sanitario da effettuarsi, oltre al contatto telefonico della malcapitata: tutti dati sensibili e coperti da privacy.
A quel punto, l’utente – con non poco disagio – si è recata presso il CUP per disdire la visita prenotata a suo nome, anche al fine di evitare il successivo recapito della multa per mancata disdetta della prenotazione.
A tal proposito, l’ADICU aps – Ente Terzo Settore, presso lo sportello di L’Aquila – di cui è responsabile è l’Avvocato Ludovici Carlotta – in questi giorni sta ricevendo numerose segnalazioni da parte di cittadini aquilani e non che, da svariati mesi, si stanno vedendo recapitare migliaia di sanzioni pecuniare da parte dell’Agenzia delle Entrate di L’Aquila, su incarico dell’ASL, a loro dire, proprio per mancata disdetta delle prenotazioni delle visite sanitarie.
“Vi è da sottolineare che tali richieste inviate tramite posta ordinaria sono per lo più illegittime per vari ordini di motivi: primi tra tutti per intervenuta prescrizione del diritto, ovvero perché addirittura le visite in molti casi sono state effettivamente eseguite”, sottolinea Ludovici in una nota inoltrata alla stampa.
“Vi è da dire che l’ente creditore sta avanzando tali richieste di somme di denaro approfittando dell’impossibilità da parte dell’utente di fornire prova dell’avvenuta disdetta,atteso che nella quasi totalità dei casi questa è stata effettuata anni prima e per di più telefonicamente, oltretutto dopo estenuanti attese telefoniche. L’Adicu – Sportello di L’Aquila sta tutelando gli utenti con risposte massive a richieste che si reputano illegittime, consigliando, per il futuro ed al fine di non incorrere in richieste di denaro inopinatamente avanzate, di procedere con l’annullamento delle prenotazioni per via telematica, conservando le ricevute di invio per almeno 10 anni,oppure recandosi direttamente al CUP, sempre pretendendo la prova dell’avvenuta disdetta”.
“Nel caso de quo – continua Ludovici – è lapalissiano come a discapito dell’utente aquilana vi sia stata una palese violazione della privacy, assolutamente ingiustificata, che mostra totale superficialità, negligenza ed imprudenza nella gestione e nella tutela di dati altamente sensibili, primo tra tutti i dati di salute. Inutile sottolineare come la diffusione dei dati particolari rappresenta un fatto illecito e può essere oggetto di utilizzo criminale da parte di terze persone.Pertanto, alla luce di quanto sopra, la ASL1 di L’Aquila è stata diffidata con il patrocinio dell’Avv. Ludovici Carlotta a porre immediato rimedio al nocumento arrecato e a provvedere al risarcimento del danno non patrimoniale subito e subendo dalla cittadina aquilana per palese violazione della sua privacy, nella misura di 5.000,00 euro. Del grave fatto è stato allertato anche il Garante per la protezione dei dati personali (GPDP)“.