Indagini morte Andrea Prospero, si scava nelle chat Telegram

Andrea Prospero è stato stroncato da un mix di ansiolitici e ossicodone. Si scava sulle chat Telegram dove il giovane si era informato sui farmaci. La famiglia è convinta che il giovane sia stato istigato a compiere il tragico gesto e vuole sapere perchè.
Si continua a scavare nel dark web, tra le chat Telegram e nel pc di Andrea Prospero per cercare quelle risposte che la famiglia del giovane studente di Lanciano trovato senza a Perugia cerca da quasi due mesi.
La Procura di Perugia, che indaga per istigazione al suicidio, sta cercando di ricomporre i pezzi e fare chiarezza sulla fine tragica di un giovane 19enne. Andrea Prospero viveva a Perugia da qualche mese, una vita apparentemente tranquilla la sua, un ragazzo descritto da tutti come buono e disponibile. Il procuratore Raffaele Cantone e l’aggiunto Giuseppe Petrazzini per adesso non incontreranno di nuovo i familiari del ragazzo come chiesto dai legali della famiglia Prospero, gli avvocati Carlo Pacelli e Francesco Mangano.
Si continua a indagare anche nelle chat di Telegram di cui Andrea faceva parte, accessibili solo su invito e sulle quali probabilmente si facevano traffici illeciti legati ad esempio alla vendita di merce contraffatta. Stando a quanto riferito da alcuni utenti che hanno scritto alla trasmissione “Chi l’ha Visto” – che da settimane si sta occupando del caso – il giovane avrebbe parlato anche dell’ossicodone, (una delle sostanze ritrovate nel corpo), chiedendo proprio degli effetti del potente oppioide. La domanda a cui si cerca di dare una risposta è se il ragazzo avesse pianificato tutto da solo o se sia stato aiutato – ad esempio – al reperimento dei farmaci che vengono somministrati esclusivamente previa e attenta prescrizione.

Si attendono anche i risultati della relazione medico-legale e quella della polizia postale che ha analizzato il pc 8la cui scheda è stata recuperata con poca difficoltà), i cellulari e il traffico sulla mazzetta di sim ritrovate vicino al corpo nel b&b di Perugia. Dagli esami tossicologici, sarebbe risultato che la morte del giovane sia la conseguenza di un mix di farmaci, ansiolitici e ossicodone, per questo motivo la tesi più accreditata è quella del gesto volontario. Da capire adesso le eventuali responsabilità di terze persone. Per quanto riguarda l’istigazione o l’aiuto al suicidio ha precisato l’avvocato Mangano, “la norma descrive e sanziona tre diverse tipologie di condotta criminale. La prima di chi determina il suicidio altrui, la seconda di chi rafforza il proposito altrui di suicidarsi, la terza di chi agevola in qualsiasi modo il suicidio altrui. Nel caso di Andrea, i risvolti investigativi ci portano a porre delle domande: qualcuno ha dato i farmaci ad Andrea o glieli ha suggeriti? Qualcuno lo ha aiutato ad affittare la camera di via Del Prospetto? Qualcuno sapeva cosa stava per succedere e non ha fatto nulla per evitarlo?”.
Del caso si sta occupando da settimane la trasmissione “Chi l’ha Visto” che ha già realizzato diversi servizi, (a questo link l’ultimo andato in onda).