Omicidio Thomas Luciani, condannati i 2 giovani

6 marzo 2025 | 17:48
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Omicidio Thomas Luciani, condannati i 2 giovani

19 anni e 4 mesi e a 16 anni di reclusione. Queste le condanne per i due minorenni accusati dell’omicidio di Thomas Luciani, ucciso con 23 coltellate e abbandonato in un parco a Pescara. “Per me ergastolo del dolore”, il commento della nonna Olga.

“Per me è un ergastolo del dolore”. Così, Olga Cipriano, nonna del giovane Thomas Luciani, ucciso a soli 16 anni per un debito di 70 euro, ha commentato a caldo la sentenza con cui il Tribunale per i Minori dell’Aquila, ha condannato i due imputati, due giovani pescaresi incensurati, a 19 anni e 4 mesi e 16 anni di reclusione.

Dopo diverse ore di camera di consiglio si è concluso il processo per il feroce e brutale omicidio di Cristopher Thomas Luciani, “Crox”, il giovane 16enne di Rosciano ucciso lo scorso 23 giugno a Pescara da due coetanei, suoi amici, con 25 coltellate. L’udienza è cominciata alle ore 10,  le richiesteper gli imputati, formulate dal pm Angela D’Egidio, erano di 20 e 17 anni. Il processo, con rito abbreviato, si è tenuto a porte chiuse in una struttura blindata. Entrambi gli imputati erano accusati di omicidio volontario, con le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. L’unico a parlare con i giornalisti, prima della camera di consiglio, è stato Giacomo Marganella, legale della nonna di Thomas Luciani. “Pena abbastanza giusta: l’ergastolo l’ho avuto io quel 23 giugno, l’ergastolo del dolore. Loro vedranno la luce del sole, il mio Crox non più. Mi spiace anche per loro perché sono ragazzi ma devono capire che chi sbaglia paga”, ha detto la nonna di Thomas, Olga Cipriano, commentando a caldo la sentenza. L’avvocato della donna ha definito questa sentenza “esemplare”.“Riconosciute tutte le aggravanti, tranne il nesso teleologico – ha dichiarato all’uscita dell’aula il legale – c’è anche una netta preminenza delle
aggravanti sulle attenuanti. Da parte nostra c’è soddisfazione per la sentenza consci anche del dolore che nonna Olga si porta dietro. Nessuna pena avrebbe potuto collimare il danno della signora Cipriano, ma sotto il profilo processuale la sentenza ha saputo valorizzare tutte quelle che sono state le risultanze istruttorie per la metodica indagine svolta dagli ottimi inquirenti. La definizione è da ritenersi più che soddisfacente.”

A difendere i due giovani c’erano gli avvocati Marco Di Giulio, Vincenzo Di Girolamo, Massimo Galasso e Roberto Mariani. I due imputati hanno seguito in collegamento video, uno dal carcere minorile di Bari, l’altro dall’Istituto penale per i minori di Roma. La discussione è stata prettamente tecnica: i ragazzi hanno confessato e raccontato dettagliatamente quanto accaduto, alcune fasi sono documentate anche dalle telecamere del parco dove è avvenuto il brutale omicidio. La discussione era finalizzata a ottenere una condanna più contenuta per far sì che le difese rinunciassero al ricorso in appello, usufruendo della riduzione di un sesto della pena, che però non è avvenuta. L’uno figlio di un avvocato e l’altro di un maresciallo dei Carabinieri, la perizia psichiatrica chiesta dai difensori di uno dei due ragazzi ha accertato la capacità di intendere e di volere pur riconoscendo la presenza di una patologia. La perizia, affidata a Stefano Ferracuti dell’Università La Sapienza di Roma e a Giovanni Camerini, dell’Università di Bologna, ha restituito l’immagine di una personalità anaffettiva e manipolativa.

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti Thomas Luciani sarebbe stato attirato in una sorta di trappola. Diversi i ragazzi che quel giorno erano presenti, ma nessuno di questi avrebbe assistito all’omicidio sebbene fu proprio uno di loro, anche lui figlio di carabiniere, a confidarsi con i familiari al termine di quella giornata che il gruppo avevano concluso in spiaggia con un selfie. Grazie a questa confessione venne ritrovato il corpo del ragazzo, tra le sterpaglie del parco Baden-Powell del capoluogo adriatico. La colpa di Thomas per il branco sarebbe stata quella di prendere 70 euro senza consegnare il “fumo”: allontanatosi dalla comunità molisana in cui viveva, il 16enne era andato a Pescara e ha usato quel denaro per pagarsi un fine settimana di libertà con gli amici. uno dei due ragazzi condannati per tutta la giornata di sabato aveva cercato di contattarlo, ma Thomas aveva il telefono scarico e non si era preoccupato di ricaricarlo perchè rischiava di essere rintracciato dalla comunità.

Domenica 23 giugno, tramite il telefono di un amico, aveva pubblicato sui social una sua foto con la stazione di Pescara sullo sfondo. A quel punto il killer, uscito di casa con il coltello, sarebbe andato a cercarlo con gli amici tra i quali l’altro coetaneo che poi avrebbe contribuito ad accoltellare a morte il ragazzo. Dal contenuto degli smartphone emerge inoltre che “Crox” – questo il soprannome di Thomas tra gli amici – dopo il weekend di libertà voleva tornare in comunità ed era alla ricerca di dieci euro per prendere un treno per Vasto, dove si trovava la fidanzata, per poi muoversi alla volta di Campobasso. Quel treno sarebbe dovuto partire alle 18; invece poco prima, attorno alle 17, il ragazzo è stato brutalmente ucciso a Pescara e abbandonato tra le sterpaglie, in un parco non distante dalla stazione ferroviaria.

thomas luciani

In ricordo del giovane, ad agosto scorso è nata L’associazione  Crox, con il nome con cui gli amici chiamavano Thomas, con una forte e simbolica connotazione sociale, culturale e sportiva, pensata per aiutare giovani e famiglie. Accanto alla scritta Crox il simbolo di una farfalla, quale segnale si rinascita.

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