Energia rinnovabile Abruzzo, i divieti alle buone pratiche

10 marzo 2025 | 19:21
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Energia rinnovabile Abruzzo, i divieti alle buone pratiche

Dove collocare impianti di energia rinnovabile: la legge sulle aree idonee in discussione in Consiglio regionale rischia di tagliare fuori da investimenti e possibilità di sviluppo ampie aree interne della regione

Energia rinnovabile, i divieti che dividono. Aree interne della regione Abruzzo potrebbero essere escluse dalla possibilità di installare impianti eolici e fotovoltaici poichè inserite in aree protette: viceversa, vengono identificate come idonee aree vocate all’agricoltura, ai vigneti, agli oliveti, con la protesta di agricoltori e imprenditori.

La discussione entrerà nel vivo nel corso del  Consiglio regionale di martedì 11: verrà discussa la legge sulle aree idonee, che viene da lontano, da una richiesta del Governo centrale.  Entro il 2030 la nostra regione, dice il decreto del luglio dello scorso anno, dovrà conseguire l’obiettivo di aumentare di circa due gigawatt (duemila megawatt, un quarantesimo della quota nazionale) la produzione di energia rinnovabile rispetto al 2020.

La legge regionale che servirà a questo, e che verrà discussa l’11 marzo, individua “aree idonee” per l’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile (dove le procedure di autorizzazione saranno velocizzate), aree ordinariee “aree non idonee”, dove gli impianti saranno vietati.

Il provvedimento è stato già approvato in Commissione Territorio: in quella sede si è svolta una lunga serie di audizioni, che ha coinvolto amministratori, associazioni e portatori di interesse. C’erano anche i sindaci del Parco regionale Sirente Velino, che oggi sono preoccupati.
Si starebbero infatti scontrando due visioni e approcci che troveranno spazio negli emendamenti: da una parte, c’è chi vuole vietare del tutto l’energia rinnovabile in tutte le aree di “Natura 2000”, ovvero circa il 40 per cento del territorio regionale, compresi i tre parchi nazionali e il Sirente Velino.
Dall’altra, chi invece 
( e fra questi vi sono gli amministratori dei Comuni ricompresi all’interno del Parco Regionale) vorrebbe che nelle aree dismesse e non riconvertibili in agricoltura, seppure in area protetta, si possa dare il via libera all’eolico, fotovoltaico e alle altre energie rinnovabili.

Si tratta tra l’altro dell’impostazione adottata dall’Unione europea. Non avrebbe senso, dicono i sindaci, proclamarsi sostenitori dell’energia pulita da un lato, e dall’altro vietarla totalmente e indiscriminatamente in una porzione così estesa della regione e erosa dallo spopolamento. Gli impianti di energia rinnovabile, e il conseguente abbattimento dei costi in bolletta, sono uno strumento a cui non si vuole rinunciare.

emiciclo

Di opportunità da non farsi scappare ce ne sono tante, sottolineano sul tema, in una nota, tre sindaci della Valle Subequana (di Acciano, Castelvecchio Subequo e Gagliano Aterno): “Basti pensare al bando del Gestore Servizi Energetici che scade alla fine di questo mese – anche se la proroga è quasi certa – e con il quale è previsto un contributo del 40% per la realizzazione degli impianti di produzione di energia dalle fonti rinnovabili. Ebbene, non è un caso che questo bando sia rivolto alle Comunità Energetiche Rinnovabili costituite nei Comuni sotto i 5.000 abitanti che, nella realtà, sono i piccoli Comuni delle aree interne”.