L’età sperimentale, Erri De Luca presenta il suo libro a L’Aquila

Lo scrittore Erri De Luca sarà a L’Aquila venerdì 14 marzo alle 18:00, per la presentazione del suo libro “L’età sperimentale” presso la libreria Maccarrone.
Lo scrittore Erri De Luca sarà a L’Aquila venerdì 14 marzo alle 18:00, per la presentazione del suo libro “L’età sperimentale” presso la libreria Maccarrone.
L’evento, a ingresso libero e gratuito, è stato organizzato presso la Galleria 99 – Piazzale Trony. “L’età sperimentale” è il libro di Erri De Luca scritto con i contributi di Ines de la Fressange (scrittrice e stilista francese). L’incontro è organizzato dall’Associazione Il Cielo Capovolto e dalla Libreria Maccarrone. Dialogherà con l’autore Stefano Carnicelli; sarà presente anche Maria Alberti, presidente dell’associazione. De Luca, giornalista, scrittore, poeta, conosce diverse lingue – studiate da autodidatta – e ha curato la traduzione di diversi testi stranieri. Ha alle spalle numerose pubblicazioni di successo, tradotte in più di 30 lingue. Attualmente è ritenuto dalla critica è uno dei più importanti scrittori italiani contemporanei. Come giornalista, ha collaborato con le principali testate italiane (La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Avvenire). Impegnato anche nel sociale, con la sua Fondazione si occupa dell’inserimento e integrazione di giovani studenti immigrati.
La recensione di Stefano Carnicelli
“L’età sperimentale di Erri De Luca, con i contributi di Ines de la Fressange (celebre stilista e amica dell’autore), è un testo che si proietta nel tempo di un’età che avanza. È un libro intimo e profondo, aperto ad importanti riflessioni che investono la vita.
Entrare in un’età matura significa vivere una dimensione nuova, ignota e pressoché inaspettata. Non si giunge all’approdo, al punto di arrivo, al capolinea. Al contrario, si entra in un percorso inesplorato da cui non si guarda solo indietro. Si cerca la luce, come le parole del poeta Goethe, morente: “Più luce”… la sorpresa, la forza di inseguire un agognato splendore.
L’età sperimentale dell’autore, contiene il dono della consapevolezza e della maturità; raccontare la novità di un corpo alle prese con la sua vecchiaia. Erri De Luca ama vivere e rivivere le eterne passioni: la bellezza del cammino, della passeggiata, spesso in solitaria, la gioia adrenalinica di un’arrampicata, il piacere della scrittura, l’analisi della parola. È come entrare in un mondo ricco di vastità sconosciute.
L’autore ritiene di essere alle prese, nel presente, con il suo tempo migliore. Non si tratta di fermarlo, di andare contronatura… semplicemente “vivere felici” la bellezza del momento e lontani da ingiustificate paure. E i ricordi? Come appaiono? Sono compagni di viaggio, sono presenze spesso imprevedibili.
Potente è il proverbio spagnolo che l’autore cita nel testo: “Nessuno ti toglie quello cha hai ballato”. Da contraltare, in una sorta di corrispondenza che è figlia di una profonda amicizia, troviamo gli scritti di Ines de la Fressange. Sono lettere, testimonianze di vita, voci di richiamo. In queste parole la penna dell’autore si riposa, si ristora… un riprendere fiato nella prospettiva del nuovo cammino che attende.
Erri De Luca dedica spazio al concetto di “Libertà”. In generale la sua scrittura è diretta, asciutta, essenziale. Arriva senza inutili giri di parole o artefatte costruzioni. È al tempo stesso semplice ed estremamente profonda. Il suo vissuto di libertà è figlio di ricorrenti dimissioni da quelle che sono state le precedenti esperienze. Libero anche di non tornare indietro.
“Si può quello che non si credeva possibile”. Libertà è anche vivere un’età avanzata senza attenuanti sul “Non fare”… un impegno, un obbligo a non sprecare i giorni. Dolcissima è la convivenza con i ricordi; volutamente evaporano, come i sogni. Si palesano in presenza di precise circostanze. Arrivano soli e qualche volta, con forza, diventano storie narrate. L’autore conosce le sacre scritture ma non sa se, in fondo, è un vero credente; magari convince altri più di sé stesso. L’autore contesta la guerra: atto inutile. Lo fa attraverso un quadro di Giosetta Fioroni. In ogni parte del suo testo, l’autore propone rilevanti riflessioni che accompagnano la sua “Età adulta”. Sono parole ricche, sparse, grondanti di bellezza e saggezza. Frasi brevi, lineari, senza orpelli. Non ci sono filtri, colpiscono per originare ulteriori pensieri sul senso della vita, sul mondo, sull’uomo, posto sempre al centro dell’esistenza.
Della scrittura ne parla come di un’arte in cammino. I libri sono tappe, stazioni. Non c’è un vero arrivo. La scrittura è movimento perenne nel mantenersi accampati e aperti a nuovi cammini. La paragona all’attività di un pescatore. Calare una rete è come scrivere parole srotolate. Issare la rete a bordo, invece, è come leggere: si trattiene ciò che risale agli occhi del lettore.
Viaggiare nelle pagine de “L’ètà sperimentale” è come essere un compagno di viaggio dell’autore. Nel testo, in più punti, ci sono i rimandi alla sua vita passata. L’abbandono silenzioso della casa paterna, i movimenti giovanili, l’impegno politico, il lavoro in fabbrica, i rischiosi viaggi umanitari per aiutare le popolazioni colpite dalla guerra, l’immancabile scrittura.
Sono tanti gli insegnamenti che arrivano da questo viaggio. Vivere un’età adulta è un qualcosa di nuovo e di inatteso. Nessuna precedente esperienza può essere presa come verità assoluta. “Ho la strana sensazione che nessuno è stato vecchio prima di me”. Per stare con l’autore, la definisce “Età sperimentale” perché è tutta da vivere e scoprire, con lo sguardo deciso proiettato in avanti; una “Vecchiaia volontaria” che ha il gusto del nuovo, dell’inatteso, assecondando, senza paure, i cambiamenti.
Mi piace pensare ad una maturità che convive con una speranza che fugge dal concetto, restrittivo, del tempo. Un parallelo con un brano del Prof. Vecchioni (Sogna, ragazzo, sogna) in cui, mutuando i versi di Hikmet, sostiene che anche in punto di morte, in età avanzata, si può pensare di piantare un ulivo con la convinzione di vederlo fiorire. Ed è proprio questa la bellezza che appartiene all’eternità dell’esistenza umana”.
