Indebita percezione del reddito di cittadinanza, frate a processo

Un frate teramano di 32 anni è stato rinviato a giudizio insieme ai genitori con l’accusa di aver percepito indebitamente il reddito e la pensione di cittadinanza.
Un frate teramano di 32 anni è stato rinviato a giudizio insieme ai genitori con l’accusa di aver percepito indebitamente il reddito e la pensione di cittadinanza.
Il frate, nonostante il voto di povertà, avrebbe richiesto il Reddito di cittadinanza, ormai abolito, e le indagini hanno rivelato presunte irregolarità emerse dopo le segnalazioni dell’Inps alla Guardia di Finanza. I genitori invece avrebbero percepito la pensione. I tre sono stati rinviati a giudizio dal gup Marco Procaccini. Dalle indagini è risultato che il frate avrebbe presentato all’Inps di Teramo le domande per beneficiare del reddito di cittadinanza ad ottobre del 2020 e poi a maggio del 2022 allegando la dichiarazione sostitutiva unica contenente però una presunta falsa attestazione per quanto riguarda la composizione del nucleo familiare, indicando sé stesso quale unico componente, anziché anche entrambi i suoi genitori. Una circostanza che gli ha permesso di ottenere importi superiori rispetto a quelli che gli sarebbero spettati. Ai genitori invece viene contestato di aver beneficiato di importi superiori della pensione di cittadinanza nelle annualità 2019, 2020 e 2022. In fase di udienza preliminare, l’avvocato Tulliola Aloè ha sollevato la questione del voto di povertà del frate che tuttavia non ha fatto presa sul giudice. Sempre secondo la difesa, la questione della diversa composizione del nucleo familiare sarebbe frutto di un equivoco e che riguarderebbe a vecchia separazione legale tra i coniugi, il cui decreto di omologazione non sarebbe stato trasmesso agli uffici di stato civile e quindi mai depositato all’anagrafe.