Alpinisti morti sul Gran Sasso, partita l’inchiesta

13 marzo 2025 | 10:21
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Alpinisti morti sul Gran Sasso, partita l’inchiesta

Partite le indagini che aiuteranno a dare risposte e fare chiarezza sulla morte di Cristian Gualdi e Luca Perazzini, i due alpinisti esperti deceduti sul Gran Sasso a dicembre scorso e i cui corpi furono recuperati dopo giorni di ricerche intense.

Partite le indagini che aiuteranno a dare risposte e fare chiarezza sulla morte di Cristian Gualdi e Luca Perazzini, i due alpinisti esperti deceduti sul Gran Sasso a dicembre scorso e i cui corpi furono recuperati dopo giorni di ricerche intense.

I due alpinisti morirono assiderati. Erano ben equipaggiati per la scalata ed erano esperti di montagna. Una trentina le persone impiegate nelle ricerche, con una squadra della guardia di finanza impegnata via terra con i cani molecolari, mentre tre elicotteri sorvolarono a lungo l’area con il Sonar Recco, un dispositivo in grado di individuare l’eventuale presenza di materiale metallico sotto il manto nevoso. Una fine tragica che, secondo i familiari, si sarebbe potuta evitare se solo quella mattina qualcuno gli avesse impedito di prendere la seggiovia da Fonte Cerreto per Campo Imperatore. A proporre l’esposto, è stato il fratello di Luca Perazzini, Marco che si è rivolto all’avvocato Francesca Giovanetti e al collega Luca Greco, per presentare un esposto alla Procura di Teramo al fine di chiarire le circostanze del terribile incidente. I Carabinieri di Assergi hanno iniziato ad ascoltare le persone informate sui fatti, che potranno ricomprendere anche i responsabili delle operazioni di soccorso. Va ricordato che, durante le ricerche, in condizioni meteo proibitive, anche 11 soccorritori sono rimasero bloccati in un ostello a Campo Imperatore con la funivia interrotta.

Alpinisti morti sul Gran Sasso, presentato esposto in procura

Tra gli aspetti su cui gli avvocati della famiglia Perazzini chiedono di fare luce non c’e solo la mancata chiusura della funivia di Fonte Cerreto, ma anche la tempestività dei soccorsi e la segnaletica. Come riporta Il Messagero, in questa vicenda ci sono anche altri che, esperti pure loro di montagna, la pensano diversamente e sostengono che bisogna insistere su un’adeguata preparazione da parte di quanti scelgono di approcciarsi all’alpinismo e altri sport di avventura e sull’abbigliamento che deve sempre essere adeguato e mai improvvisato.

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