Marzo in Rosa, il futuro delle donne nelle STEM

13 marzo 2025 | 16:18
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Marzo in Rosa, il futuro delle donne nelle STEM

L’AQUILA – Per il Marzo in Rosa, un convegno per costruire il futuro delle donne nelle STEM.

Nel contesto dell’iniziativa “Marzo in Rosa”, il Comune dell’Aquila ha ospitato il convegno “Donne e studi STEM: a che punto siamo?”, che ha visto la partecipazione delle istituzioni e di esperti del mondo accademico e professionale, per analizzare il divario di genere nelle discipline scientifiche e tecnologiche.

Nell’ambito dell’iniziativa “Marzo in Rosa”, promossa dall’Amministrazione comunale dell’Aquila, si è svolto il convegno “Donne e studi STEM: a che punto siamo?”. L’incontro, tenutosi il 13 marzo presso il Palazzetto dei Nobili, ha visto la partecipazione di rappresentanti del mondo istituzionale, accademico e professionale per affrontare la questione della presenza femminile nelle discipline scientifiche e tecnologiche.
Tra i relatori del convegno vi erano l’Assessore alle Pari Opportunità del Comune dell’Aquila, Ersilia Lancia, il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Massimiliano Nardocci, la Deputata on. Marta Schifone (in video collegamento), la Dirigente Scolastica dell’I.I.S. “Amedeo d’Aosta” Maria Chiara Marola, la Presidente dell’Ordine dei Periti dell’Aquila Carmen Zonfa, la Presidente del CUG Ateneo dell’Aquila Silvia Nanni, la Presidente degli Ordini degli Architetti Sara Liberatore, la Professoressa Associata e Coordinatrice del Progetto “PINKAMP – Le ragazze contano!” Antinisca Di Marco e la Consigliera Comunale e Tecnologa Ricercatrice del CNR dell’Aquila Tiziana Del Beato.
L’Assessore alle Pari Opportunità del Comune dell’Aquila Ersilia Lancia ha sottolineato l’importanza di un’azione collettiva che coinvolga le istituzioni, il mondo dell’istruzione e le professioni per comprendere e contrastare le disparità di genere nelle STEM: “Siamo qui per promuovere una riflessione che coinvolga non solo il Comune e l’Assessorato, ma anche l’Università, la scuola, il mondo dell’impresa e gli Ordini professionali. Questa riflessione sulle STEM non riguarda solo l’accesso alle professioni scientifiche e la formazione, ma ha implicazioni significative in termini di occupazione, in particolare giovanile e femminile. Si tratta di un tema di grande rilevanza, che finalmente sta ricevendo l’attenzione della politica. Dobbiamo chiederci perché le ragazze non scelgano queste professioni e cosa significhi, in concreto, optare per un percorso STEM, non solo in termini di occupabilità. Crediamo sia necessaria un’azione collettiva per affrontare questa sfida in modo efficace e duraturo.”

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Silvia Nanni, Presidente del CUG dell’Università dell’Aquila, ha evidenziato il carattere strutturale del problema: “Non si tratta di una questione solo di genere, ma di un problema sociale e culturale. Secondo il rapporto del Global Gender Gap del 2024, ci vorranno 134 anni per raggiungere la parità di genere. Il fenomeno della segregazione di genere si manifesta in due modi: una scarsa presenza femminile nelle discipline STEM e una sovrabbondanza di donne nei percorsi di formazione, educazione e del servizio sociale, ambiti tradizionalmente legati al ruolo di cura. Ciò riflette stereotipi profondamente radicati che influenzano le scelte educative e professionali delle donne, perpetuando la divisione di genere nel mondo del lavoro.”
Antinisca Di Marco, professoressa associata di Informatica all’Università dell’Aquila e coordinatrice del progetto “PinKamp – Le ragazze contano!”, ha sottolineato la necessità di intervenire precocemente nell’orientamento scolastico: “Il problema nasce nelle scuole elementari, dove spesso le insegnanti – prevalentemente donne – non riescono a trasmettere alle bambine l’amore per la matematica. Esiste un forte condizionamento culturale che esclude le donne dalle discipline STEM sin dalla giovane età. Inoltre, i modelli femminili nelle scienze sono spesso assenti nei media o rappresentati in modo stereotipato. L’informatica, un tempo appannaggio femminile, è diventata una disciplina maschile quando ha acquisito maggiore valore economico. Serve un lavoro di rete per creare un sistema di supporto alle giovani donne.”
Di Marco ha anche illustrato i risultati del progetto “PinKamp”, che dal 2018 mira a coinvolgere le studentesse in esperienze STEM concrete: “Quando queste ragazze hanno l’opportunità di confrontarsi con modelli femminili di successo e di mettersi alla prova, fioriscono. Ma serve continuità: dobbiamo prenderci cura di questo cambiamento.”
L’incontro ha evidenziato l’urgente necessità di un cambiamento culturale per superare gli stereotipi di genere che ancora limitano la presenza femminile nelle discipline STEM. Se da un lato il divario di genere nelle STEM rimane un ostacolo radicato, dall’altro esperienze come “PinKamp” e il crescente coinvolgimento delle istituzioni dimostrano che un cambiamento è in atto. La vera sfida sarà consolidare e ampliare questi progressi, affinché sempre più ragazze possano accedere alle carriere scientifiche e tecnologiche con fiducia e pari opportunità.