Carcere L’Aquila, la visita dell’Antimafia: 3mila lettere ai boss intercettate

Circa 3mila lettere indirizzate ai boss reclusi nel Carcere dell’Aquila intercettate dalla Polizia penitenziaria: ieri, 13 marzo, la visita della Commissione Antimafia
Ispezione della Commissione Antimafia nel carcere dell’Aquila. Registrata un’alta percentuale di corrispondenza a rischio: tremila lettere ai boss intercettate. Anche il personale tra le criticità.
Sono circa tremila le lettere indirizzate ai boss rinchiusi all’Aquila intercettate dal Carcere. È uno dei dati principali che emerge nel corso della visita tenutasi ieri, giovedì 14 marzo, dalla Commissione parlamentare Antimafia nel penitenziario del capoluogo abruzzese. La visita è stata guidata dalla presidente Chiara Colosimo. Durante l’ispezione, la direttrice della struttura, Barbara Lenzini, ha interloquito con la delegazione, assieme al presidente del Tribunale di Sorveglianza Maria Rosaria Parruti e al Provveditore per Lazio, Abruzzo e Molise, Giacinto Siciliano. Presente anche il senatore Fdi, Etelwardo Sigismondi. Al centro della visita, naturalmente, la sezione che ospita il più alto numero di detenuti al 41 bis in Italia, dove è stato recluso anche il boss Matteo Messina Denaro.
Sul 41 bis, Colosimo ha evidenziato, “Poniamo attenzione alle criticità attuali del 41 bis, si tratta di problemi soprattutto strutturali. Più in generale, stiamo valutando anche l’utilizzo dei permessi concessi per motivi gravi, che non sempre si rivelano poi così gravi. Tra gli elementi oggetto d’attenzione, inoltre, il protrarsi dell’utilizzo del video-colloquio, che era stato introdotto nella fase dell’emergenza Covid19 e che è rimasto ancora in essere”, queste le dichiarazioni riportare dal Messaggero. Poi i complimenti per “l’eccellente lavoro della direttrice, della Polizia Penitenziaria e del Gom all’interno di un penitenziario in cui sono ristretti grandi boss, che non sempre sono facili da gestire”. In quanto alle criticità strutturali, Colosimo ha precisato che “non tutto il carcere è adeguato al 41 bis”.
Sul nodo personale, che interessa gli istituti penitenziari di gran parte d’Italia, Colosimo ha evidenziato: “C’è la volontà di coprire gli organici, quindi si va verso assunzioni. Tuttavia, il gap da coprire è importante, anche perché nei prossimi mesi circa venti agenti penitenziari andranno in pensione”.
In merito al dato sull’elevata corrispondenza, Colosimo precisa quanto sia “un motivo di preoccupazione, poiché indica quanto i territori continuino a cercare un rapporto con chi è all’interno del 41bis. Eppure il 10% su circa 27mila lettere l’anno viene censurato dalla polizia: ciò perché, evidentemente, all’interno di queste missive ci sono messaggi che non devono arrivare ai detenuti. I controlli, in ogni caso, confermano l’ottimo lavoro degli agenti”.
Foto di Rai news