Breviario n 21, non nominare il nome di Dio invano

16 marzo 2025 | 15:00
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Breviario n 21, non nominare il nome di Dio invano

Non nominare il nome di Dio invano, il nuovo appuntamento con la rubrica Breviario n. 21.

L’appuntamento con la rubrica “Breviario n.21”: non nominare il nome di Dio invano.

L’analisi di questo comandamento entra già in un regime di complessità superiore. Prima di giocare con delle inversioni e delle traslazioni di significato dobbiamo soffermarci su cosa significhi, in questa situazione, la parola invano. Se andiamo a prendere come metro di paragone noi stessi e la nostra morale ed il nostro giudizio, allora, questo comandamento è inutile. Se invece entrassimo in una parabola comune allora cadremmo nei dogmi, che io e questo libro rifiutiamo come mezzo di partenza per analizzare quello di cui stiamo parlando.
Allora mi tocca andare a ripescare l’affermazione posta nella pagina precedente “non avrai altro io all’infuori di te” fatta negli articoli precedenti.
Ecco, anche qui, ponendo l’io, la nostra parte di divinità interiore, al centro dell’equazione tutto assume un significato diametralmente opposto. Perché non vi è alcun dilemma morale o dogmatico, semplicemente il nostro essere interiore, le nostre profondità ed i nostri abissi profondi non devono essere nominati invano.
Immaginate di essere davanti ad un’enorme platea, piena di persone che vi guardano, ma che parlano anche tra di loro, guardano i loro cellulari e leggono le e-mail di lavoro. Immaginate di essere lì e di parlare di voi. Ma non di voi nel senso superficiale del termine, di farlo piuttosto come se foste in una camera con il vostro psichiatra di fiducia. Di quella platea enorme di persone nessuno, ad eccezione di pochi, è interessato a quello che state dicendo, quindi, in un certo qual modo, vi state nominando invano.
Questo è quello che si cela nella profondità di questo punto, la maturazione che il nostro tempio non è per tutti, non che non sia aperto al pubblico -badate- ma che c’è una selezione all’ingresso. Perché il vostro profondo, il vostro tempio, la vostra anima o dio come vogliate chiamarlo, non è per tutti e non va nominato invano.
Questa è una delle basi fondamentali dell’esistenza, la scelta del pubblico, di quelli a cui desideriamo mostrare il nostro tempio.

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