Museo di San Giuliano, fine lavori entro il 2025

20 marzo 2025 | 09:31
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Museo di San Giuliano, fine lavori entro il 2025

Trasferiti al Comune dell’Aquila ulteriori 500mila euro, la seconda tranche dei fondi per i lavori sul Museo di San Giuliano

Sarà pronto entro il 2025 il Museo di San Giuliano, arrivata anche la seconda tranche di fondi. Teche antisismiche e reperti provenienti dai conventi soppressi.

La seconda tranche di fondi per il restauro del Museo di San Giuliano è stata trasferita nella casse del Comune dell’Aquila. 500mila euro che si sommano agli oltre 444mila dello scorso maggio. Il programma prevede la fine dei lavori nel Museo entro l’anno in corso: il contributo definitivo per l’intervento è pari a un milione e 138mila euro.

Il Museo di Scienze naturali, che ha sede nel Convento francescano di San Giuliano, avrebbe dovuto essere recuperato proprio insieme al Convento, tra il 2010 e il 2012. Tuttavia, per problemi economici si decise di dare subito il via all’intervento sul Convento e alla zona che ospitava i frati. In prima battuta, come ricostruisce Il Centro, si era stralciato il Museo, in quanto l’immobile è sottoposto a vincolo. In un secondo momento, sono stati ottenuti i fondi per il restauro del conventino, ma non per la sua musealizzazione: fattore che ha bloccato i lavori, partiti soltanto lo scorso anno. Ora la parte strutturale è conclusa, mancano “impianti, finiture, vetrine. Comunque, entro l’anno confidiamo di chiudere tutte le opere”, ha sottolineato al Centro Vladimiro Placidi, la cui società di ingegneria si sta occupando della ristrutturazione dell’immobile.

L’intervento sul Museo di San Giuliano è di tipo conservativo: il lavoro maggiore riguarda le strutture, che diventeranno più sicure e adatte a una funzione museale. Uno specifico intervento di restauro si sta eseguendo sulla zanna rinvenuta a Sant’Eusanio. Aggiunge Placidi, “Ci saranno reperti provenienti da molti conventi ormai soppressi, alcuni persino dalla Palestina”. Le teche, inoltre, saranno antisismiche e sono Made in Abruzzo: si tratta di un prototipo che garantirà stabilità agli oggetti esposti, anche in caso di terremoto.

Foto Mauro Rosati, Archeoclub L’Aquila