Cellulari in carcere a Pescara, tra i detenuti coinvolti l’assassino di Willy

Cellulari in carcere a Pescara per comunicare con l’esterno: indagate 14 persone. Tra loro anche Marco Bianchi, l’assassino di Willy Monteiro Duarte.
C’è anche Marco Bianchi, condannato all’ergastolo – mentre al fratello Gabriele sono stati inflitti 28 anni – tra i 14 detenuti che nel carcere di Pescara usavano i telefoni cellulari per comunicare con l’esterno.
A svelarlo è un’inchiesta condotta dal pubblico ministero Andrea Papalia, che ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto prodromico alla richiesta di processo: il reato contestato è “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione”, punito con la reclusione da uno a quattro anni.
I fatti sono avvenuti tra il 1° gennaio e il 28 marzo 2023 e confermano che a San Donato, come in altri penitenziari abruzzesi, circolano cellulari con i quali i reclusi impartirebbero ordini e terrebbero contatti con l’esterno da dietro le sbarre.Il pm Papalia contesta agli indagati di “aver ricevuto indebitamente” o “comunque utilizzato” due telefonini abbinandoli alla stessa scheda sim. Tra gli indagati, spicca il nome di Marco Bianchi, condannato pochi giorni fa all’ergastolo, dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma, per l’omicidio di Willy, ucciso nel corso di pestaggio la notte tra il 5 e 6 settembre 2020, nel centro di Colleferro. Bianchi ha cominciato a partecipare ai laboratori, al coro, alle messe e alle lezioni scolastiche che l’Istituto tecnico commerciale Aterno-Manthonè tiene per i detenuti. Dall’ultima inchiesta è emerso che, “mentre manifestava la volontà di tornare a studiare e prendere il diploma, in realtà il killer di Willy continuava a commettere reati. Nello specifico, tra il 10 e il 28 marzo 2023 ha ‘indebitamente ricevuto e comunque utilizzato due cellulari’ all’interno del carcere”. Nei guai, ricorda Il Centro, sono finiti anche altri personaggi al centro di gravi episodi di cronaca, come Jacopo Formenti, accusato di un tentato omicidio avvenuto il 14 maggio 2022 davanti a un locale di Pescara: dopo aver accoltellato un uomo di 48 anni, aveva cercato di farla franca fuggendo nella sua città d’origine, Busto Arsizio. Ha ricevuto l’avviso di garanzia pure il detenuto Valentino Sessa, di recente coinvolto in un’inchiesta su un traffico di droga, in qualità di uomo di fiducia dei capi dell’organizzazione, che aveva il compito di mandare messaggi minacciosi a chi era finito in carcere. Parlavano al telefono – sempre secondo le accuse – anche Irfan Neziri, conosciuto per le sue scorribande in provincia dell’Aquila; Izmir Totaj, in passato rinchiuso in carcere per aver ridotto in fin di vita un albanese all’esterno di un night-club di Martinsicuro;Konan Husovic, ritenuto un componente della banda dei bosniaci che spaccava le vetrine delle gioiellerie; e Manuel Cavazza, che nel 2022 avrebbe picchiato l’ex compagna fino a spaccarle il naso e a stringerle un laccio al collo per farsi consegnare del denaro. Nella lista degli indagati figura Andrea Clivio, coinvolto nell’inchiesta della Direzione distrettuale dell’Aquila sulla cosiddetta mafia di Rancitelli, il quartiere di Pescara dove esisteva la piazza di spaccio più importante d’Abruzzo, con i tossicodipendenti che arrivavano da ogni città della regione e anche da fuori per comprare droga a buon prezzo.