Comune di Teramo, Camillo D’Angelo lancia Andrea Core candidato sindaco

21 marzo 2025 | 17:48
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Comune di Teramo, Camillo D’Angelo lancia Andrea Core candidato sindaco

Andrea Core possibile candidato sindaco a Teramo, la proposta del presidente della Provincia D’Angelo e l’eterna rivalità Pepe – Mariani

Comune di Teramo, mancano tre anni alle elezioni amministrative e a sorpresa si apre già la roulette del post D’Alberto. Camillo D’Angelo, presidente della Provincia, ha lanciato la candidatura a sindaco di Andrea Core.

Core è l’enfant prodige della politica teramana. Trentaquatrenne, consigliere comunale, vice di D’Angelo in Provincia, gli riconoscono tutti brillantezza e visione. Nell’eterna lotta del Partito Democratico cittadino è – pur non essendo iscritto – con D’Angelo della cordata del consigliere regionale Dino Pepe, per cui ha lavorato fino a qualche giorno fa all’Emiciclo. Pepe si contrappone al collega Sandro Mariani, dando vita a continui tira e molla, battibecchi, scontri che sono la tragedia pressoché quotidiana del sindaco Gianguido D’Alberto, costretto di continuo a mediare tra i due pesi massimi.

Lo scontro è ri – esploso in occasione della votazione in Consiglio comunale del permesso di costruire per delocalizzare in via temporanea il convitto Delfico sotto sequestro. Si è resa necessaria una seconda convocazione a causa anche del forfait dato in prima battuta da due consiglieri riconducibili a Mariani, Simone Mistichelli e Valentina Papa. Al secondo tentativo l’approvazione è andata in porto non prima di una discussione in cui è brillata assai la stella di Core: sedendo provocatoriamente dai banchi dell’opposizione ha strigliato il sindaco, chiedendo compattezza e decisione.

A margine del Consiglio Camillo D’Angelo, in un’intervista a “Certa Stampa”, si è affrettato da dare lettura politica al discorso di Core che, ha detto, “ha manifestato una visione, una lungimiranza, un progetto concreto. Lo ha fatto dai banchi dell’opposizione per l’opposizione, per la maggioranza ma soprattutto per tutta la comunità. Oggi è un grande spartiacque, si apre un nuovo progetto, lo sancisce la sua dichiarazione e la sua manifestazione di volontà di realizzare per questa città grande progetti. Credo che molte persone hanno già sposato e stanno sposando questa grande iniziativa. Gli stanno chiedendo a gran voce in tanti di candidarsi a sindaco di Teramo. Chiederemo a lui se accetterà questa sfida ma credo che abbia tutte le carte in regola per poterlo fare. Siamo al lavoro per fare una maggioranza che parli di progetti concreti, che abbia una visione, che tenga a cuore la città e non gli interessi personali di poltrona e di obiettivi politici di qualcuno piuttosto che una trasformazione che Teramo attende da tanto tempo”.

Dunque il progetto c’è, e Andrea Core è l’alfiere. E anche se sia lui che Pepe, interpellati dal Capoluogo, non rilasciano dichiarazioni, si percepisce, a sentire altri esponenti del Pd cittadino, una certa agitazione. Se quando mancano ancora tre anni alla fine del secondo mandato di D’Alberto già si apre la corsa alla successione, si capisce quanto siano tese le storie tra i democratici teramani, e quanto radicato sia il timore che la dicotomia Pepe – Mariani esploda con il passare del tempo, all’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale. “Si spera che il partito regionale capisca, come credo abbia già fatto, che il nostro è un territorio troppo importante, governiamo sia il capoluogo che la Provincia, e che sia necessario ricomporre”, dice al Capoluogo un esponente di rango del Pd in città.

Gianguido D'Alberto