L’Aquila Città universitaria, punti forti e spunti di crescita: la lettera aperta di una ex studentessa

L’Aquila Città universitaria, la lettera aperta di un’ex studentessa, ora a Pavia: UnivAq mi ha offerto un ambiente accogliente, con un forte senso di comunità.
L’Aquila Città Universitaria, solo due giorni fa l’incontro al Palazzetto dei Nobili tra Comune, Università e GSSI. Sul tema arriva una lettera aperta di un’ex studentessa Univaq, ora a Pavia: “L’Aquila mi aveva regalato un ambiente accogliente e stimolante. Tra le carenze, i posti per lo studio”.
L’AQUILA CITTÀ UNIVERSITARIA – Scegliere UnivAq o trasferirsi altrove?
È una domanda che molti giovani studenti aquilani delle scuole superiori iniziano a porsi. La lettera aperta di una ex studentessa dell’Università degli Studi dell’Aquila, oggi studentessa magistrale a Pavia, racconta la sua esperienza tra due realtà accademiche diverse. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Psicologia a L’Aquila, il trasferimento a Pavia le ha permesso di riflettere sulle differenze tra i due atenei e su quanto sia diverso il modo di vivere l’università nelle due città.
La lettera aperta
“Il passaggio da una realtà all’altra è stato intenso. Ciò che più mi manca dell’Università degli Studi dell’Aquila è, senza dubbio, il senso di comunità. In UnivAq è facile incontrare studenti di altre facoltà, scambiarsi opinioni, condividere esperienze o semplicemente vivere la vita universitaria in maniera collettiva. Gli incontri spontanei tra le aule e nei corridoi creano un ambiente vivo, familiare e stimolante. A Pavia, invece, l’università è molto più settoriale: gli studenti si mescolano meno tra loro e, se non fosse per il collegio in cui vivo, avrei molte meno occasioni di confronto con persone di altri corsi di laurea”.
“D’altro canto, la didattica a Pavia è sicuramente di alto livello, almeno per quanto riguarda la mia facoltà. La presenza di numerosi docenti esterni, tra psicologi, psicoterapeuti e neuropsicologi, arricchisce notevolmente la formazione teorica con un forte approccio pratico. Questa modalità di insegnamento era meno frequente a L’Aquila, dove gli incontri con esperti esterni erano limitati agli appuntamenti seminariali. Qui, invece, è la norma e ci permette di vedere in modo concreto come applicare la teoria studiata.”
“A Pavia le aule non sono sempre adeguate e spesso veniamo spostati in sedi diverse a seconda della disponibilità.Tuttavia, va riconosciuto che qui ci sono molte più biblioteche e aule studio, il che offre numerose opportunità per trovare un ambiente adatto allo studio. A L’Aquila, invece, capita spesso di non trovare posto per studiare. Nonostante ciò, le dimensioni più raccolte della città e dell’università permettevano di vivere un’esperienza più compatta e interconnessa”.
“Parlando di vita quotidiana, anche la mensa è un’esperienza completamente diversa. A L’Aquila si va a mensa sapendo di trovare sempre qualche volto noto con cui scambiare due chiacchiere. A Pavia ci sono moltissime mense, sparse nei vari collegi, e ogni studente può scegliere dove andare. E, infine, per gli affitti, Pavia è decisamente più cara rispetto a L’Aquila, ma gli alloggi si trovano e ci sono molti posti letto nei collegi, che rappresentano una soluzione valida per gli studenti fuori sede. Anche io vivo in collegio e questa scelta mi ha permesso di avere un ambiente strutturato, dove conoscere persone di altri corsi di laurea”.
“In conclusione, ogni città ha i suoi pro e i suoi contro. L’Aquila mi ha regalato un ambiente accogliente, familiare, dove ogni angolo della città era permeato dalla vita universitaria.Pavia, d’altro canto, offre un’università con un ambiente più internazionale, ma manca quel senso di comunità che ho tanto amato in Univaq. A chiunque stia scegliendo dove proseguire gli studi, consiglio di valutare non solo l’aspetto accademico, ma anche il tipo di esperienza che vuole vivere. Io, con il cuore diviso tra due città, non posso che essere grata per entrambe queste esperienze, che mi hanno arricchito e fatto crescere sotto ogni punto di vista”.