Grandangolo speciale 6 aprile, la voce di Carlo Cruciani in quella terribile notte

Grandangolo, speciale puntata della memoria dedicata al 6 aprile: con il direttore del Capoluogo David Filieri, Carlo Cruciani, la voce del 112 in quella terribile notte in cui tutto si è fermato.
“Carabinieri, da dove chiamate? Via Bafile 19, veniteci a prendere siamo al secondo piano, vi prego… Chiamate i Vigili per favore siamo in trappola…” Quelle voci disperate e le richieste di aiuto concitate non potranno mai essere sbiadite dal tempo e Carlo Cruciani questo lo sa bene. Quella terribile notte, il 6 aprile 2009, dietro la cornetta della macchina dei soccorsi dei Carabinieri dell’Aquila c’era anche lui, quale addetto alla centrale operativa del 112.
Certi dolori non si cicatrizzano mai, tutto ciò che hai intorno lo fa, la vita va avanti, ma chi il 6 aprile ha vissuto quei drammatici momenti non potrà mai dimenticarlo. Grandangolo, nella puntata della memoria (in onda venerdì 28 marzo alle 19 sul Capoluogo e su Rete8), quella dedicata alla terribile notte in cui il tempo si è fermato, tra lacrime e macerie, ripercorre con Carlo Cruciani e il direttore del Capoluogo David Filieri le primissime fasi dell’emergenza. Oggi in pensione, brigadiere capo dei Carabinieri, addetto alla centrale operativa del 112, quella notte era al lavoro.

Aveva attaccato all’una, dopo le due scosse del 5 aprile, in una situazione davvero concitata. Le scosse e lo sciame sismico, che hanno preceduto quella delle 3.32, avevano messo in allarme da mesi l’ufficio e una città intera, tanto che molti oggi possono dire di essersi salvati perchè hanno deciso di uscire di casa a mezzanotte dopo la seconda scossa e hanno visto le proprie case accartocciarsi su se stesse. “Il 112 era in fermento da mesi – ricorda – ma non si è mai preparati a una cosa del genere. Dalle 3.32 siamo scesi direttamente all’inferno, anche noi che eravamo al lavoro. Andò via la corrente, lo stabile dove ci trovavamo aveva retto alla scossa. Poi, grazie al generatore, è tornata la corrente e i telefoni hanno iniziato a suonare. Ci mettemmo a lavorare, senza pensare ad altro. I telefoni hanno cominciato a squillare all’impazzata e nel frattempo che la macchina dei soccorsi si potesse attivare, abbiamo cercato di confortare chi era dall’altra parte”.

Sono momenti che ti cambiano la vita, il soccorritore sente il dolore che c’è dall’altra parte, ma deve mantenere la calma. “Abbiamo una fuga di gas e non ci sono più le scale, non possiamo uscire in nessun modo… Carlo sono Diana qui è crollato tutto”, sono le voci di quella notte, di chi era sopravvissuto, ma rimasto intrappolato in casa. Le voci di quella notte registrate dal 112 hanno fatto il giro del mondo. Carlo Cruciani oggi è in pensione, ma non può dimenticare quei terribili momenti indelebili nella memoria di chi quella notte c’era. Il 6 aprile si avvicina, 16 anni dopo.