Scambio elettorale politico mafioso, arresti tra la provincia di Salerno e Sulmona

27 marzo 2025 | 11:13
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Scambio elettorale politico mafioso, arresti tra la provincia di Salerno e Sulmona

L’operazione della Dia di Salerno, tra le accuse anche lo scambio elettorale politico mafioso, tocca anche Sulmona. Arrestato l’ex presidente della Provincia di Salerno

Scambio elettorale politico mafioso e altre accuse: anche Sulmona tra le città in cui la sezione operativa della direzione investigativa antimafia (Dia) di Salerno ha condotto arresti tra Campania, Umbria e Abruzzo.

L’operazione è di queste ore, di giovedì 27 marzo. La Dia di Salerno ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari a carico di 10 indagati ritenuti, a vario titolo, responsabili di scambio politico elettorale politico mafioso; tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso; estorsione aggravata dal metodo mafioso; detenzione, porto e cessione di armi da guerra e comuni da sparo e favoreggiamento personale. Gli arresti si sono svolti tra la provincia di Salerno (Torchiara, Capaccio Paestum, Baronissi), Terni e Sulmona, dove è coinvolto un detenuto del carcere.

Tra i dieci arrestati c’è anche l’ex presidente della Provincia di Salerno ed ex sindaco di Capaccio Paestum, Francesco Alfieri che era stato già arrestato il 3 ottobre dello scorso anno nell’ambito di un’inchiesta su appalti truccati quando era al vertice della Provincia e della cittadina salernitana dimettendosi successivamente dai suoi incarichi. Successivamente aveva ottenuto i domiciliari. In relazione allo scambio elettorale politico mafioso, le indagini, durate circa due anni (dal 2022 al 2024), hanno riguardato la ricostruzione dei rapporti tra il sindaco dimissionario di Capaccio Paestum, Francesco Alfieri appunto, e il pregiudicato capaccese Roberto Squecco, condannato in via
definitiva per associazione per delinquere di tipo mafioso in quanto ritenuto esponente dell’ala imprenditoriale del clan Marandino di Capaccio-Paestum. Rapporti in cui sarebbe coinvolta anche la ex moglie di Squecco, Stefania Nobili, consigliere comunale di Capaccio-Paestum all’epoca dei fatti. Le vicende riguardano la candidatura a sindaco del Comune di Capaccio Paestum di Francesco Alfieri nel giugno 2019. Il materiale investigativo raccolto ha consentito di ipotizzare un patto elettorale politico mafioso fra Roberto Squecco, Stefania Nobili e lo stesso Alfieri riguardanti la raccolta di voti in favore del politico in occasione delle competizioni elettorali amministrative del Comune di Capaccio del 2019 in cambio del mantenimento del Lido Kennedy, all’epoca già raggiunta da provvedimenti ablatori, nella disponibilità di Roberto Squecco, anche tramite prestanome.

In totale sono dieci i provvedimenti eseguiti: sei in carcere e quattro ai domiciliari. Dietro le sbarre sono finiti Roberto Squecco, Antonio Bernardi, Domenico De Cesare, Vincenzo De Cesare, Antonio Cosentino, Angelo Genovese. Agli arresti domiciliari Francesco Alfieri, Mariarosaria Picariello, Stefania Nobili, Michele Pecora.

“Il sistema Cilento non è soltanto una fetida storia di corruzione. I nuovi arresti per mafia di Alfieri e componenti della sua amministrazione evidenziano uno scenario torbido che va anche oltre il perimetro del Cilento. E’ necessario acquisire gli atti alla Commissione Antimafia. Abbiamo fatto bene ad istituire un apposito Comitato e bisogna andare fino in fondo ora che è saltato il coperchio con vicende gravissime che sul territorio erano note da tempo”. Lo dichiara il Senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, Segretario della Commissione Antimafia.