Giornata mondiale autismo, se ne parli con rispetto e competenza

2 aprile 2025 | 14:48
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Giornata mondiale autismo, se ne parli con rispetto e competenza

Consapevolezza sull’autismo: perché è importante conoscere e capire oltre il 2 aprile. Non sono bambini e ragazzi “di un mondo a parte” e parlarne con rispetto e competenza, è un primo passo fondamentale per costruire una società davvero accogliente per tutti.

Ogni anno il 2 aprile si celebra la giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Parlarne, con rispetto e competenza, è un primo passo fondamentale per costruire una società davvero accogliente per tutti.

Istituita nel 2007 dalle Nazioni Unite, la giornata si pone da 18 anni l’obiettivo di far riflettere, informare e promuovere una cultura dell’inclusione, celebrata in tutto il mondo con eventi che hanno come sfondo il colore blu. Le persone nello spettro autistico continuano a incontrare ostacoli, pregiudizi e incomprensioni non solo a scuola, ma anche nella vita di tutti i giorni. E, putroppo, continuano ad emergere numerosi casi di genitori che, sopraffatti dalla disperazione, cadono vittime di percorsi alternativi e truffe in cerca di cure e soluzioni per l’autismo.

Questo problema non è solo preoccupante: ha risvolti etici e rappresenta un attacco diretto alla dignità e al benessere delle famiglie, sfruttando la loro vulnerabilità per meri scopi di lucro. L’allarme lanciato dall’associazione Asperger Abruzzo. La cattiva informazione, spesso amplificata dalla rete e dal passaparola, diventa un’arma nelle mani di chi specula sulla sofferenza e sull’incertezza di chi cerca risposte. Le false promesse di “cure miracolose” per l’autismo non solo portano a ingenti perdite economiche, ma infliggono un danno ancora più grave: il tempo sottratto ai bambini, che potrebbero invece beneficiare di interventi scientificamente validati. Ancora peggio, alcune di queste pseudo-terapie si rivelano dannose, mettendo in serio pericolo la salute e il futuro dei più piccoli.

autismo

E lo scopo di questa giornata è proprio quello di sensibilizzare le famiglie, le istituzioni e l’opinione pubblica, per evitare episodi come l’isolamento dei bambini che ne sono affetti, cercando di accettare le differenze e non catalogare questo disturbo come un deficit. Secondo quanto riportato da una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, 1 bambino su 77 nella fascia d’età 7-9 anni presenta un disturbo dello spettro autistico

Come un genitore può riconoscere i primi segnali di autismo? Una diagnosi precoce è possibile? Tante sono le domande che i genitori si pongono difronte ai bambini soggetti d’autismo. I sintomi dell’autismo possono manifestarsi in modo differente, da bambino a bambino, e spesso sono caratterizzati da una difficoltà d’interazione sociale e da una scarsa comunicazione. Le prime manifestazioni compaiono nell’arco dei primi anni e la diagnosi richiede il coinvolgimento di un team di professionisti, che si avvalgono di vari test ed esami valutativi: psichiatri, psicologi, neurologi pediatri ed esperti in problemi di linguaggio che possono supportare il bambino e guidare il genitore ad interagire nel migliore dei modi.

Una “condizione”, non una “disabilità”, come tiene a sottolineare il dottor Rosario Sabelli, psicologo e psicoterapeuta responsabile dell’èquipe Adolescenti e Adulti della Casa di Michele a L’Aquila, centro Asl con 25 posti per percorsi riabilitativi interni e altrettanti per attività “extramurali”, sotto la direzione del Centro di riferimento regionale Autismo diretto dal professore Marco Valenti. La struttura, gestita dalla cooperativa sociale “Lavoriamo Insieme”, presieduta dalla dottoressa Anna Calvarese, coordinatore medico e specialista in psichiatria, segue quotidianamente i percorsi riabilitativi degli utenti, aiutando le famiglie e con un’importante attività di sensibilizzazione nei confronti di cittadini e utenti. “In tutto il mondo – aveva spiegato al Capoluogo in una recente intervista il dottor Sabelli – i monumenti delle città vengono illuminati di blu e si susseguono iniziative di sensibilizzazione, ma per noi non è solo il 2 aprile. Va benissimo illuminare i monumenti in questa giornata, ma occorre accendere le coscienze di tutti. L’attenzione sul tema dell’autismo è importante, perché riguarda i diritti e le possibilità di sviluppo delle persone”.
Nello specifico, “il disturbo dello spettro autistico è caratterizzato da livelli di gravità indicati su una scala di tre punti, L1, L2 ed L3. Ogni condizione quindi dev’essere affrontata a seconda del livello di gravità. L’obiettivo è quello di facilitare sviluppo, abilità adattative e migliorare la qualità delle vita, ciascuno secondo le proprie possibilità“. Ma c’è di più: “La nostra è una lotta quotidiana contro lo stigma e l’emarginazione. Ci piace sottolineare questo concetto con la frase: l’autismo non è un mondo a parte, ma parte di questo mondo“.
I campanelli d’allarme per riconoscerlo”. 

Il 2 aprile deve essere quindi una giornata di “una rinnovata consapevolezza” sull’autismo: è l’auspicio espresso dai neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza, che in occasione della giornata dedicata sottolineano l’importanza di inclusione e nuovi modelli di cura per questi giovani pazienti. Ma alla base di tutto questo c’è la diagnosi, il riconoscimento dei sintomi e segnali.

Per aumentare la conoscenza di questo mondo e sensibilizzare sul problema, la Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza) elenca 10 campanelli d’allarme per riconoscere un disturbo dello spettro autistico nei bambini: non rispondono al proprio nome dopo i 12 mesi di vita, non si voltano verso gli oggetti quando un’altra persona li indica, evitano il contatto con gli occhi e vogliono stare da soli, hanno problemi a relazionarsi con gli altri o non presentano alcun interesse verso le altre persone, non amano essere abbracciati o coccolati o lo accettano solo quando è una loro iniziativa, appaiono assenti quando le altre persone parlano loro, ma reagiscono ad altri suoni, presentano un linguaggio immaturo e più in generale un ritardo nelle competenze linguistiche, ripetono le parole o le frasi che sentono invece di usare il linguaggio adeguato all’età e comunicativo, spesso compiono azioni ripetitive come battere le mani, dondolarsi o girare su sè stessi, hanno reazioni inusuali a odori, sapori, suoni o a come le cose si presentano al tatto.

Autismo e terapie ingannevoli, la mercificazione della disperazione

L’autismo non è una malattia, è una condizione complessa che richiede interventi basati su solide prove scientifiche per offrire il miglior supporto possibile alle persone nello spettro e alle loro famiglie. Permettere che truffatori senza scrupoli si approfittino della fragilità dei genitori non è solo irresponsabile: è inaccettabile. Distinguere tra supporto serio e pratiche ingannevoli è una priorità che coinvolge tutti noi.