Anniversario sisma L’Aquila, in questo giorno di memoria siamo chiamati a guardare avanti

6 aprile 2025 | 19:08
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Anniversario sisma L’Aquila, in questo giorno di memoria siamo chiamati a guardare avanti

Sisma 6 aprile, Monsignor Antonio D’Angelo: “Nessuno escluso da progetto di rinascita”.

L’AQUILA – Santa Messa in suffragio delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009. Monsignor D’Angelo: “Il cammino fatto in questi anni è stato faticoso e a volte accidentato, non semplice, ora si sta aprendo nel nostro territorio un nuovo futuro, ognuno è chiamato a fare la sua parte”.

“In questo giorno di memoria, che dopo 16 anni ci riporta alla ferita mortale subìta dalla nostra Comunità Aquilana, siamo chiamati a guardare in avanti“. Così monsignor Antonio D’Angelo, Arcivescovo Metropolita dell’Aquila, nell’omelia della Santa Messa in suffragio delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009 nella Chiesa delle Anime Sante. “Il cammino fatto in questi anni – ha sottolineato – è stato faticoso e a volte accidentato, non semplice, ora si sta aprendo nel nostro territorio un nuovo futuro, questo, frutto di un lavoro sinergico e costante che ha richiesto e richiede il contributo di tutti e di ciascuno, ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte. Nella speranza che nasce dalla fede è possibile guardare in avanti, mettendo in campo la sapienza e l’intelligenza che ha come mèta il bene della Comunità. Certamente siamo impegnati a ricostruire il patrimonio artistico e architettonico, ma soprattutto si è protagonisti nella ricostruzione dello spirito, anima della nostra persona. La bellezza che troviamo nelle strutture e nella nostra tradizione culturale, ereditata dai nostri padri, è per noi ricchezza di umanità, un  dono che ci è stato consegnato e dal quale ne cogliamo i valori più alti e profondi dell’uomo, ma rimane l’impegno di trasmetterlo ai nostri figli”.

“La Pasqua – ha aggiunto – significa passaggio, nella nostra comunità lo stiamo sperimentando, perché nella fede l’ultima parola non è della sofferenza e della morte ma della Vita. Il processo iniziato testimonia questa rinascita, ma va ulteriormente rafforzato soprattutto nella prospettiva di costruire una Comunità sempre più armonica e serena. Noi siamo irrigati dall’amore del Padre che genera sempre nuova vita e di fronte alla potenza della sua grazia ogni avversità tace, la Sua azione può far germogliare anche il deserto. San Paolo nella seconda lettura di oggi ci aiuta a capire la forza di vita che viene da Cristo. Lui, uomo di fede e fedele alla tradizione, arriva a dire: “Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù”( Fil 3,8). Noi siamo toccati nella fede da questa sublimità di Vita, con Lui si apre un nuovo percorso esistenziale, sempre, anche se investiti dalla morte. Infatti per noi la morte non è una porta che si chiude ma una strada che si apre, perché la grazia della Resurrezione è una potenza vitale che abita la nostra persona e non conosce i confini del tempo, ma si affaccia nell’eternità. Tale prospettiva non ha una valenza cronologica, ma si definisce nella comunione con Dio e proprio questa unione ci apre al futuro. L’anelito del futuro, la capacità di non cedere, di non arrendersi è dono di Dio, quindi possiamo pensare e progettare il domani grazie all’opera del Signore presente nella storia. Siamo chiamati ad accogliere questo germe di vita, per tradurlo in opere, mettendo a disposizione i nostri talenti, per costruire un futuro migliore, in cui ogni singola persona possa essere valorizzata e tutta la comunità possa trovare un piena armonia e serenità. In questo progetto di rinascita nessuno è escluso,  tutti siamo responsabili, ognuno è chiamato a dare il suo personale contributo. Se dentro di noi ascoltiamo e diamo spazio a questo anelito di Vita, sicuramente riusciremo a fare cose straordinarie. Allora nello spirito di collaborazione e dedizione continuiamo il nostro cammino, fiduciosi di essere accompagnati dal Padre perché la nostra comunità possa germogliare costantemente di nuova umanità”.