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I Cinturelli, il parco della piana

6 aprile 2025 | 09:31
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I Cinturelli, il parco della piana

I Cinturelli – Torna l’appuntamento con la rubrica del Capoluogo. Il contributo di Paolo Blasini. Il parco della piana di Navelli e la fauna selvatica, un patrimonio da proteggere e salvaguardare. 

I Cinturelli – Torna l’appuntamento con la rubrica del Capoluogo. Il contributo di Paolo Blasini. Il parco della piana di Navelli e la fauna selvatica, un patrimonio da proteggere e salvaguardare. 

Ha suscitato stupore, la scorsa estate, l’incursione di un orso in un pollaio di Navelli. Il plantigrado ha effettuato, poi, una passeggiata verso la piazza, nella parte bassa del paese. Più tardi ha riguadagnato la via del bosco, lasciando dietro di sé i commenti più disparati ed anche qualche timore. Pochi giorni orsono ci è capitato di assistere allo stupore di alcuni cacciatori ternani i quali, sopra le alture di Caporciano, hanno avuto modo di vedere l’animale che si aggirava tra alberi e cespugli. Alla loro meraviglia, qualcuno non ha potuto fare a meno di far sapere che, nei pressi di Opi di Fagnano, si aggira addirittura una famiglia di orsi, forse sconfinati dalla Valle dell’Aterno o dal vicino Sirente. Certo è che la memoria degli abitanti non rileva la presenza di orsi in queste zone. Il tempo dirà se l’avvistamento di quest’anno sarà stato solo un caso eccezionale, oppure dovremo abituarci alla presenza di questi animali nel nostro territorio. E’ invece ancora vivo, in quelli della mia generazione, il ricordo del lupo. L’ancestrale paura che esso incuteva in noi bambini, era forse dovuta ai racconti dei vecchi e da quegli ululati che in inverno si udivano spesso, amplificati dall’eco della Valle di S. Pietro a Caporciano. Inoltre, gran parte di demerito andrebbe attribuito a quella vecchia megera della nonna di Cappuccetto Rosso; questa mi è sempre apparsa come la bimbetta antipatica, fastidiosa, petulante ed ubbidiente: un vero disastro. La vera vittima della storiella era il lupo, il quale alla fine ci ha rimesso le penne anzi, il pelo. Oggi, questi magnifici animali sono quasi di casa attorno ai nostri borghi. Appena si fa sera è facile incontrarli nella zona del bivio di Caporciano, oppure lungo la via per Bominaco. Non scappano al rumore del motore, ma si fermano ad osservare incuriositi. In numero di due o tre, sembrano domandarsi chi possa attraversare il loro territorio e per quale ragione. Nei loro sguardi non traspare il timore, ma vi si legge la fierezza di un animale che, da sempre, è il sovrano incontrastato delle nostre montagne. Nei decorsi anni il loro numero era diventato esiguo a causa della scomparsa delle greggi e dell’ignoranza dell’uomo. Oggi si assiste ad un notevole aumento di esemplari i quali, come sopra detto, spesso fanno passerella non lontano dai centri abitati. Un altro magnifico animale che sempre più spesso è possibile ammirare in tutta la sua magnificenza, è il cervo. I bramiti dei maschi sono percepibili sempre più vicini alle nostre case. Poi, con un po’ di fortuna, si riesce ad ammirare in tutta la sua eleganza e maestosità, un esemplare maschio ancora provvisto del suo palco, oppure le spaurite femmine con i loro cuccioli. Queste, vengono spesso confuse con i caprioli, anch’essi presenti sul territorio, ormai in gran numero. La taglia più piccola li differenzia rispetto alle femmine di cervo, non le movenze, né la continua attenzione ad eventuali pericoli. La massima prudenza nel percorrere le strade in automobile, specialmente di notte, va prestata a causa dei cinghiali. Essi, in grandissimo numero, spesso attraversano le vie in fila indiana ed in ordine decrescente. Per moltissimi anni non sono stati presenti in queste zone. Ne manteneva l’immagine lo stemma del Comune di Caporciano. Testimonianza, forse, che in passato la loro presenza caratterizzava le nostre terre. In gran numero ci sono anche le volpi. Con diffidenza, ma coscienti della loro furbizia, anch’esse si avvicinano sempre di più agli abitati in cerca di cibo. Più di una volta ho avuto la ventura di avvistarle lungo le vie al centro del paese. Avrei voluto dir loro che non avrebbero più trovato pollai, ma la loro fuga è stata sempre più rapida di ogni mia parola. Come rapida è la fuga di scoiattoli, donnole e faine che si aggirano sia intorno, che dentro i paesi. I proprietari di orti hanno i loro problemi con gli istrici, i quali danneggiano in maniera irreparabile le colture. Né si fermano davanti ad ostacoli di sorta, ma scavano sotto le recinzioni depredando e lasciando disastri. Spesso si incontrano lungo i cigli delle strade, anch’essi in ordinata fila indiana. Può essere ammirato, anche, il regale volo delle poiane o dei falchi, sempre intenti all’attenta ricerca di qualche preda. Magnifici volatili sono ormai stabilmente presenti in quello che fu il lago di Caporciano, ora vera e propria oasi faunistica. Germani, folaghe e perfino aironi vi fanno sosta durante il loro migrare. Quanto finora detto, potrebbe sembrare riferito al territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo. Siamo invece nella Piana di casa nostra: da Barisciano a Collepietro, cioè nella Piana di Navelli. Orsi, cervi, caprioli, cinghiali, volpi, lupi, scoiattoli, istrici e rapaci. Più difficile imbattersi nei tassi, anch’essi presenti nella zona. C’è di tutto: una fauna variegata della cui presenza non tutti sono a conoscenza, specialmente i turisti i quali, certamente, avrebbero un motivo in più per frequentare i paesi della Piana, magari per dedicarsi alla caccia fotografica, in luogo di quella con la doppietta, purtroppo ancora praticata. In conclusione, un vero e proprio Parco faunistico è presente sulla Piana. La sua valorizzazione e, soprattutto, il suo mantenimento, appare un fatto di convenienza, oltre che un preciso dovere etico e morale, da parte di tutti gli abitanti.

Questo articolo è stato pubblicato sul periodico I Cinturelli, un progetto editoriale nato nel 2010 da un’idea di Dino Di Vincenzo e Paolo Blasini. I Cinturelli, disponibile online e cartaceo, racconta la storia, la cultura, le tradizioni e le leggende del territorio.

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