Morto per sfuggire ai cani, la Cassazione respinge il ricorso: condanna definitiva per il proprietario

9 aprile 2025 | 09:40
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Morto per sfuggire ai cani, la Cassazione respinge il ricorso: condanna definitiva per il proprietario

Respinto il ricorso, diventa definitiva la condanna per il proprietario dei cani che avevano aggredito il 36enne morto in un canale del Vera.

L’AQUILA – Confermata la condanna a 6 mesi per proprietario dei tre cani che avevano aggredito Edmond Preka, il 36enne morto in un canale del Vera.

La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali del 47enne proprietario dei tre cani che era stato condannato in primo grado e in appello a seguito della morte di Edmond Preka, il 36enne morto in un canale del Vera, dopo aver cercato di fuggire dai cani che lo avevano aggredito. La condanna a sei mesi diventa così definitiva e, come ricorda Il Messaggero, apre la strada ai risarcimenti.

Edmond Preka venne attaccato dai cani mentre stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro. Trapiantato da anni a L’Aquila, viveva a Paganica con la giovane moglie e 2 figli. Tornando a casa venne seguito, attaccato e ferito alle braccia, ai glutei e alle gambe dai cani padronali, poi risultati padronali. Spaventato cominciò a correre per seminarli e tentò di saltare un canale del fiume Vera, ma cadde e non riuscì a rialzarsi. Venne ritrovato morto alcune ore dopo. Le indagini in un primo momento non furono facili, si pensò a un malore improvviso o a un incidente, per risalire all’identità dei cani venne anche effettuato il prelievo del dna vicino le parti del corpo attaccate.

L’operaio era molto conosciuto e stimato nella piccola comunità di Paganica. Onesto, un gran lavoratore, Edmond Preka era un uomo buono. Abitava con la famiglia in un alloggio post sisma. Per la giovane moglie Mariana e per i 2 figli, sono stati anni durissimi. “Nessuno mi ridarà indietro mio marito – aveva detto intervistata dal Capoluogo all’inizio del processo – nessuna cifra potrà quantificare mai il dolore e il senso di vuoto che mi porto dentro. Sono stata criticata, mi hanno accusata di aver mercificato la mia disgrazia. Nessuno può capire cosa vuol dire vivere sola e crescere due bambini sentendo gli occhi di tutti puntati addosso! Per cui qualunque tipo di risarcimento, verrà utilizzato per far crescere e studiare i nostri gioielli, come avrebbe voluto mio marito, in modo che potranno avere un futuro migliore del nostro, un futuro che a mio marito è stato tolto, senza una motivazione concreta!”.